Giornata mondiale Aids, Iss: disinformazione ancora diffusa
2 Dicembre 2025Nel 2025 il Telefono Verde Aids e Infezioni sessualmente trasmesse dell’ISS ha gestito 17.904 quesiti, con una media di 25 chiamate al giorno e una quota del 6,4% delle richieste legata a disinformazione sulle modalità di contagio. I dati sono stati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids.
Dal primo gennaio al 25 novembre 2025 le telefonate ricevute sono state 5.453, con il 50% dei chiamanti al primo accesso al servizio. I quesiti hanno riguardato soprattutto le modalità di trasmissione di HIV e IST (46,3%), le informazioni sui test (27,2%) e gli aspetti psicosociali (12,5%). I contatti che esprimono disinformazione hanno fatto riferimento principalmente a strette di mano, baci, abbracci e condivisione di ambienti pubblici come bar, ristoranti, palestre, piscine e mezzi di trasporto.
L’85,3% delle chiamate è arrivato da uomini, il 14,7% da donne. La fascia più rappresentata è 20-39 anni, seguita dai 40-59 anni; gli over 60 rappresentano il 6%. La distribuzione geografica evidenzia il 44,7% dei contatti dal Nord, il 28,2% dal Centro, il 21,1% dal Sud e il 6% dalle Isole. Il 58,0% dei chiamanti ha dichiarato rapporti eterosessuali, il 13,4% rapporti tra uomini. Il 26,9% ha espresso il timore di una possibile esposizione senza comportamenti considerati a rischio.
Il 50% dei contatti riferisce di aver effettuato almeno una volta il test HIV, mentre nel 17% dei casi il test non è mai stato eseguito. Nel novembre 2025 l’ISS ha completato la mappatura dei 628 centri presenti sul territorio nazionale dove effettuare i test HIV e IST: il 47,2% è localizzato nel Nord, il 26,8% nel Centro, il 17,0% nel Sud e il 9,1% in Sicilia e Sardegna. Attraverso la rete dei centri sono disponibili la Profilassi pre-esposizione (PrEP) in 188 sedi e la Profilassi post-esposizione (PEP) in 186.
Dal 2012 è attivo anche un servizio di consulenza legale specialistica del Telefono Verde, che ha ricevuto oltre 1.000 richieste, prevalentemente legate alla tutela dei diritti sul lavoro. In una telefonata su quattro sono state segnalate violazioni della privacy.
«Dal lavoro svolto emerge una costante e diffusa ignoranza normativa. Persistono stigma e discriminazioni e pratiche illegittime come la richiesta del test HIV per accedere a lavoro, tirocini formativi o attività sportive», sottolinea Anna Colucci, responsabile dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione e Formazione del Dipartimento Malattie infettive dell’ISS.


