Gabriele Musetti, il “sogno” è una prerogativa che non dovremmo mai perdere

Gabriele Musetti, il “sogno” è una prerogativa che non dovremmo mai perdere

6 Maggio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Qualunque cosa ti accada, nel corpo o nella mente o nel cuore, oppure nella consapevolezza, provocherà un cambiamento nell’intero organismo: ne sarai influenzato nel tuo complesso. Le membra di un’unità organica non sono solo parti assemblate, c’è qualcosa in più.
Osho, Discorsi. In questo momento tragico di grande confusione c’è assoluto bisogno di una seria ricerca di equilibrio, calma, armonia, insomma c’è bisogno di ricercare la salute, che non è mera assenza della malattia.

Il giusto movimento, l’adeguata respirazione, un’alimentazione sana, pensieri positivi sono gli ingredienti per viver bene ed a lungo. Una via per raggiungere la tranquillità ed il benessere è senz’altro lo Yoga. Nel linguaggio corrente con “yoga” si intende il più delle volte un variegato insieme di attività che spesso poco hanno a che fare con lo Yoga tradizionale, attività che comprendono ginnastiche del corpo e della respirazione, discipline psicofisiche finalizzate alla meditazione o al rilassamento. Ma parliamone con un esperto, Gabriele Musetti, nato a La Spezia il 27/09/1987.
È sempre stato appassionato di arte del movimento corporeo, di cultura fisica e dal 2013 ha iniziato il suo percorso di studio e ricerca nel campo delle attività motorie grazie al suo mentore che è Il Maestro Tiziano Grandi, con il quale lavora quotidianamente da 6 anni nella sua “Scuola di lavoro pratico su se stessi” (Gurdjieff) e assiste durante i seminari, portando avanti con meticolosità e dedizione il metodo “Neurological Training System”. Gabriele ha conseguito la Laurea in Scienze Motorie, concludendo il percorso accademico con la Tesi “Anatomia Funzionale nello Yoga”.

È insegnante di Ashtanga Vinyasa Yoga fomatosi con la Yoga Alliance come RYT – 200 H presso l’Ashtanga Yoga Bologna riconosciuta anche da Manju Jois (figlio di Sri K. Pattabhi Jois).

Da Novembre 2018 lavora a La Spezia nel Centro Ham ShaYoga & Movimento del suo collega e amico Giorgio Montefusco dove offre lezioni personali e di gruppo. Collabora come docente di Anatomia Funzionale nei corsi di formazione insegnanti Yoga e si sta formando per la seconda serie di Ashtanga Vinyasa Yoga e Hatha Yoga presso il Centrolistico di Milano (con Max Gandossi e Silvia Romani)

Insegna Anatomia anche in altre città: Torino
(Catia D’ Ambrosio), Palermo (Ignazio Accardi) ed Arezzo (Melania de Masi).

Dal 2017 insegna durante workshop, ritiri ed eventi in tutta Italia. Nel suo percorso e metodo di lavoro ho creato un filo conduttore tra le varie attività motorie che insegna per soddisfare le esigenze di ogni suo cliente/studente affinché possa migliorare il proprio stato di salute psico/fisica e conseguire gli obiettivi motori e fisici che si è prefissato.

Il suo scopo è quello di creare un corpo funzionale, che sappia muoversi in modo efficace ed efficiente e che sia in salute, per migliorare la qualità della propria vita.

Come ha vissuto e vive Gabriele Musetti la paura della pandemia ed il disagio per le inevitabili misure restrittive?

Durante questo periodo di pandemia ho sperimentato diversi stati d’animo interiori, mi sono ascoltato molto e ho sfruttato questa situazione per lavorare ancora di più su me stesso, dall’interno verso l’esterno!

A fine 2020 a livello familiare ho perso i miei due ultimi nonni, fatti che sono accaduti in concomitanza con le nuove chiusure di palestre e di centri Yoga! Sia dal punto di vista professionale che personale è stato davvero complicato continuare per la mia strada perché inevitabilmente quest’insieme di fatti mi ha portato a sperimentare uno stato più “depressivo” in me che non avevo mai provato prima, quasi come se non avessi più stimoli ne sogni. Sono sempre molto metodico nel programmare e pianificare il mio lavoro, i miei viaggi, i miei progetti, visto che insegno in corsi di formazione e Workshop in tutta Italia riguardanti lo Yoga, Anatomia funzionale e cultura del movimento, e quest’ennesima chiusura inizialmente mi ha buttato un po’ giù psicologicamente perché tanti eventi e progetti non erano più fattibili in quel momento. Potrei però riassumere con questa frase generale come ho vissuto e vivo la pandemia e cioè che “la paura di morire impedisce di vivere, non di morire”, mentre dal punto di vista lavorativo mi sento non rispettato in quello che è il mio diritto di poter lavorare come personal trainer, insegnante di yoga, e anche di potermi spostare per sviluppare il mio lavoro in tanti luoghi e città dove ho creato dei miei progetti! Ovviamente ho spostato molto del mio lavoro sull’ Online anche se è totalmente un’altra dinamica; manca la bellezza dell’insegnamento in presenza, condividere sensazioni e percezioni con gli studenti/allievi, manca il contatto e confrontarsi di persona. Sicuramente non è stato un periodo facile però mi ritengo una persona che va molto decisa verso i propri obiettivi e soprattutto “Sogni”. Perché il “sogno” è una prerogativa che non dovremmo mai perdere, dai più giovani fino ai più grandi; perché è ciò che ci motiva e ci permette poi di “vivere” la nostra vita in maniera attiva e non passiva, visto che ultimamente siamo stati costretti dall’esterno purtroppo ad uno stato passivo.

La pratica dello Yoga ci porta faccia a faccia con la straordinaria complessità del nostro proprio essere. Sri Aurobindo. Cosa rappresenta per Lei l’Ashtanga Vinyasa Yoga?

Rispondendo alla domanda cosa rappresenta per me l’Ashtanga Vinyasa Yoga vorrei citare una parte di un mio scritto che tratta questa splendida pratica:

“Il sistema dell’Ashtanga Vinyasa è basato su di un gruppo di principi di base che vi insegnano come eseguire le tecniche di Hatha Yoga in combinazione sinergica tra di loro. Le tecniche includono Asana, posture, Pranayama, respirazione, Bandhas, sigilli energetici, Dristi, sguardo focalizzato e Pratyahara, introspezione sensoriale. Gli Asana sono la tecnica di base e lo studio per costruire delle forme fisiche, energetiche e mentali che hanno lo scopo di farvi entrare in uno stato meditativo Dharana e Dhyana. Gli Asana appartengono ad un ramo dello yoga conosciuto come YANTRA, yan= contenere e tra= strumento. Uno Yantra usa una forma fisica e visuale così da creare uno strumento di contenimento e quando voi fate una postura state di fatto eseguendo uno YANTRA, rendendo il vostro corpo una forma strategica e organizzata che effettivamente restringe la vostra mente, aiutandovi ad entrare nel “qui ed ora” cercando nel tempo di accedere allo stato detto Samadhi (stato di coscienza non duale).

Così la scuola di Ashtanga Yoga come fu ideata da Patthabi jois segue la stessa corrente delle Scuole di Lavoro pratico su se stesse, come per esempio quella di Gurdjieff che sto studiando tramite il mio Maestro Tiziano Grandi (potete trovarlo su youtube nel suo canale che ha lo stesso nome) il quale porta avanti il concetto di “scuola di lavoro pratico su se stessi” da oltre 30 anni… La pratica dell’Ashtanga vinyasa yoga è finalizzata ad insegnare a prestare attenzione alle fondamenta del vostro Yantra, così da pianificare e formare la struttura che dà vita alla postura iniziando proprio dalle sue basi fondamentali. Inoltre la sua pratica enfatizza l’importanza del respiro, bandhas e altre tecniche che vi permettono di aiutarvi a creare un suono, cioè uno yantra effettivo dove movimento-respiro-struttura, percezione-sensazione-sentimento, consapevolezza­attenzione-intenzione sono “legati” in una sola cosa che dà vita alla presenza della Presenza nel presente!

Questo tipo di lavoro non è diverso dal lavoro di pianificazione iniziale di un architetto o ingegnere attraverso il quale si passa per creare una struttura che deve supportare il peso, dare supporto e offrire protezione come anche durata e longevità. L’architetto disegna un piano usando forme geometriche come linee, quadrati, cerchi triangoli per giungere a realizzare una struttura che manifesti come lui intende la forma.

Associare le parole inizialmente con le fondamenta vi insegna a dare una regola generale per costruire le fondamenta partendo sin dal primo passo cioè quando entrate in una postura. Imparare a portare le fondamenta della postura durante e oltre, vi darà una migliore comprensione sul come eseguire un Asana e come estrarre da essa del reale beneficio!

Vi diverrà ben presto chiaro come il tutto è unito poiché fare una postura porta con se tutte le altre tecniche dando così vita ad un sistema integrato.

La prima fondamenta consiste nel rendersi conto che il suolo materiale sotto di voi vi sostiene grazie ad una forza uguale ma contraria detta: Rebouncing force, forza di rimbalzo. La connessione con questa forza deve essere mantenuta per tutta la pratica!

La vostra meta consiste nel relazionarvi e aver fiducia nella Terra come vostro supporto migliore per creare una postura stabile, forte e comoda che supporta non solo la vostra colonna vertebrale ma che schiarisce la mente di distrazioni inutili…come dire la Terra diventa ancora per la Mente, cielo… dove le nubi che passano sono i pensieri i quali oscurano la visione del sole, Sé reale.

Così si impara a identificare le parti del vostro corpo che sono in contatto con il suolo che normalmente è una combinazione di gambe, piedi, mani, braccia ma anche bacino. Permettete ai vostri arti di “andare con la gravità” affondando così verso il suolo. La forza uguale ma contraria che salirà del suolo sarà ciò che vi sostiene. Se una sola articolazione è fuori posto o un muscolo erroneamente contratto questo “flusso di forza” non potrà scorrere e supportarvi.

A differenza di altre scuole di yoga i conti dei vinyasa che compongono le posizioni sono parte importante del metodo Ashtanga vinyasa. Ciò serve a sostenere la Presenza, l’attenzione, l’intenzione o consapevolezza interna cioè il flusso di Presenza, dove movimento-respiro-struttura restando sempre connessi permettono una continuità del flusso delle onde cerebrali sincrone! E’ un mezzo per legare molto in profondità la nostra Presenza nell’essenza del nostro essere qui ed ora… senza dissoluzione di continuità. Solo così si può fare l’esperienza del Tempo, Mahakala manifestazione di Shiva. Il Tempo non scorre, è il movimento attraverso lo spazio che genera delle frazioni di tempo. Ma il Tempo è sempre lì eterno ed immobile. Per esempio le stagioni accadono come transito nello spazio della Terra attorno al sole, ma non è il tempo che scorre bensì la Terra! A livello più basico la tecnica del vinyasa serve per pulire il vostro corpo da tossine e blocchi energetici grazie alla produzione di calore interno.

Imparare poi a riconoscere e contare i corretti vinyasa esistenti nella sequenza chiama la mente fortemente in causa e l’attenzione che si necessita contribuisce a produrre calore interno.

Vinyasa o transizioni sono cosa diversa dalle le posture. Stare in una postura è detto “Stato dell’asana” dove l’attenzione è più sulla postura che non sul corretto vinyasa che invece si trova nel transito. E’ normale porre più attenzione allo “Stato degli Asana” piuttosto che delle posizioni che compongono il transito del vinyasa perché esse richiedono meno enfasi n quanto necessitano meno lavoro fisico così da non offrire lo stesso grado di catarsi che si ha nelle posizioni che formano lo “Stato degli Asana”.

Le transizioni invece richiedono un più marcato uso dell’intenzione per creare quell’immagine, forma nella vostra mente, che da lì a poco andrete ad assumere.

Normalmente l’intenzione è una postura in avanti a quella in cui vi trovate, mentre l’attenzione che è duplice sarà una sul cosa state facendo a l’altra sul cosa dovete conseguire per sviluppare la prossima azione o postura.

Capita spesso che queste posture nel transito non ricevano la giusta importanza, ma questo sistema è rigorosamente economico e perdere di vista una parte si perde di vista il tutto!

Guardare al dettaglio attraverso un’ampia veduta…

La vostra pratica crescerà e prospererà se adottate una regola che dice di dare eguale importanza ad ogni dettaglio che compone il tutto.

Prendiamo come esempio Utthita Trikonasana. Nel transito, vinyasa 1 e 3 fermatevi un momento prima di entrare nello “Stato dell’asana”, così da creare prima le fondamenta esatte per la postura del triangolo. Bypassando invece questo “attimo” potreste trovarvi fuori asse ed avere più difficoltà ad entrare effettivamente nella postura. È più difficile ricreare le fondamenta di una postura quando si è già in essa…

Parte del valore del set up iniziale è che essendo più semplice, basico rende più facile supportare la posizione e le azioni necessarie invece che quando siete già nella postura….

Ciò vi aiuta a trovare il core da dove tutte le tecniche hanno origine, permettendo così in seguito di integrare aspetti più sottili come i bandhas e il respiro nella vostra postura finale.

Usare l’intenzione di lavorare dal Core e risvegliare azioni specifiche prima di, è essenziale perché fare un lavoro simile quando si è già nella postura diventa cosa molto difficile, come dire…avete perso l’attimo e ora volete recuperarlo.”

Tutto questo contribuisce a creare una profonda connessione interna tra gli stati dell’Essere: fisico, mentale ed emotivo! E se questi sono Uniti tra loro (Yoga=Unione) possiamo dire di essere individui INTEGRI, perché lo siamo dall’interno sotto questi aspetti ed abbiamo quindi soddisfatto lo SCOPO dello Yoga!

Quanti problemi hanno arrecato pandemia, lockdown e confusa gestione politica alla Sua attività?

Tutta la situazione che c’è stata per questa pandemia ed il Lockdown ovviamente ha creato enormi disagi al mio lavoro e alla mia attività, perché io solitamente organizzo l’anno prima tutte le formazioni i workshop gli eventi per l’anno successivo e quindi mi sono ritrovato a dover momentaneamente cancellare tanto di quello che è il mio lavoro. Ovviamente anche il mio studio qui a La Spezia è rimasto chiuso e non ho potuto lavorare in presenza con i miei allievi/studenti. Sostengo fermamente che l’attività fisica sia molto importante invece per contrastare qualsiasi tipo di virus e qualsiasi tipo di patologia e condurre uno stile di vita sano partendo sicuramente da una corretta attività motoria può prevenire l’insorgere di varie patologie. Quindi obbligare chi lavora nel mio settore delle Scienze Motorie che ha personal trainer o insegnanti di yoga a tenere chiuso il proprio centro/ studio, la propria palestra, penso sia stata una decisione a mio parere assurda, soprattutto date le precauzioni che abbiamo attuato nel nostro settore in tutte le strutture. Fortunatamente io già lavoravo come personal trainer on-line e anche con lezioni di yoga on-line e quindi ho spostato tanto del mio lavoro in questa nuova dinamica anche se ovviamente non è la stessa cosa di fare lezione dal vivo di seguire gli studenti allievi di persona.

A fine marzo sono stato a Milano per partecipare ad una manifestazione chiedendo la riapertura di chi ha un’attività e soprattutto nel mio caso lavora con partita IVA nell’ambito del Fitness e dello Yoga. Spero che dopo la riapertura dal 1 Giugno si possa riprendere a sviluppare il nostro lavoro, che è un “diritto” fondamentale, con continuità e costanza senza essere continuamente fermati o peggio ancora essere presi come capro espiatorio di una situazione che sta diventando alquanto ridicola (basti solo pensare agli assembramenti in piazza Duomo a Milano per i festeggiamenti dei tifosi di una squadra di calcio). E tutto questo è inaccettabile.