
Epatite C, 200mila italiani ignari dell’infezione
26 Luglio 2025In Italia oltre 200mila persone convivono con l’epatite C senza saperlo, e il tempo per intercettarle stringe. Alla vigilia della Giornata mondiale delle epatiti, in calendario il 28 luglio, l’Associazione italiana per lo studio del fegato (AISF) e la Società italiana di malattie infettive e tropicali (SIMIT) lanciano un appello chiaro: serve rilanciare e ampliare lo screening nazionale, rinnovando i fondi in scadenza a fine anno e includendo nuove fasce di popolazione.
Le due società scientifiche sottolineano che le epatiti virali A, B, C e Delta possono essere controllate ed eradicate con strumenti già disponibili, a partire dalle vaccinazioni per i ceppi A e B e da test mirati per le forme B, C e Delta. In particolare, per l’epatite C, che oggi può essere curata in oltre il 95% dei casi con trattamenti di poche settimane, la sfida è scovare i pazienti “sommersi” prima che il danno al fegato diventi irreversibile. Dal 2020 è attivo in Italia un programma gratuito di screening nazionale riservato ai nati tra il 1969 e il 1989, finanziato con 71,5 milioni di euro. Secondo gli esperti, però, la copertura rimane insufficiente e l’adesione delle Regioni disomogenea. A preoccupare è anche la gestione post-screening: in molti casi, chi risulta positivo non viene indirizzato tempestivamente verso la cura. “Il rischio concreto – avverte Giacomo Germani, segretario AISF – è che persone con un’infezione silente arrivino tardi alla diagnosi, solo quando il fegato è già gravemente compromesso da cirrosi o da un epatocarcinoma”. A peggiorare la situazione, aggiunge Nicola Coppola, infettivologo SIMIT, è “la mancanza di un percorso strutturato che garantisca il trattamento una volta rilevata l’infezione”.
I numeri confermano una ripresa, ma ancora troppo lenta. Secondo i dati AIFA, al 1° luglio 2025 erano 275.502 i pazienti avviati al trattamento, con un incremento di circa 11mila persone rispetto all’anno precedente. Una media annua ancora inferiore ai ritmi necessari per rispettare l’obiettivo fissato dall’OMS di eliminare l’epatite C entro il 2030. Intanto, anche il mondo sanitario si mobilita per sensibilizzare la popolazione. A Roma, il Policlinico Gemelli e il Campus Bio-Medico promuoveranno l’iniziativa “Non aspettare i sintomi, rendi virale la prevenzione”, con eventi e attività dedicate all’informazione e alla diagnosi precoce. Perché nell’epatite C, sottolineano gli esperti, prevenzione e diagnosi precoce fanno la differenza tra guarigione e malattia avanzata.
Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/65111/epatite-c-200mila-italiani-ignari-dellinfezione-aisf-e-simit-piu-screening-e-fondi