
Dolore cronico e carenze vitaminiche: un legame sottovalutato ma modificabile
20 Agosto 2025Lo stato dei micronutrienti potrebbe essere un fattore modificabile del dolore cronico. Carenze di vitamine D, B12, C, folati e magnesio, infatti, sono significativamente associate al dolore cronico grave e possono essere fattori reversibili. È la conclusione cui è arrivato uno studio pubblicato su Pain Practice e ripreso su PharmacyTimes. L’indagine è stata guidata da Madison Goon, della Florida Atlantic University, negli Stati Uniti.
Micronutrienti ed effetti clinici
I micronutrienti, in particolare le vitamine del gruppo B, sono essenziali per la salute dei nervi e la sintesi dei neurotrasmettitori. Inoltre, hanno un ruolo nella modulazione della nocicezione, nella neuroinfiammazione e nella riparazione tissutale. Le carenze di magnesio e vitamina D, poi, influenzano il signaling neuromuscolare e le risposte immunitarie, potenzialmente aggravando la sensibilizzazione centrale e periferica alla base delle sindromi dolorose croniche.
Per approfondire se vi fosse un’associazione tra livelli di micronutrienti e dolore, l’analisi ha esaminato la relazione tra i livelli sierici di micronutrienti e l’intensità del dolore cronico nella coorte All of US NIH. In particolare, lo studio ha confrontato fino a 93.445 adulti con dolore cronico ‘assente’, ‘da lieve a moderato’ o ‘grave’, classificato usando scale di valutazione del dolore. I ricercatori hanno valutato, poi, le concentrazioni sieriche di vitamine D, B12, C, folati e magnesio, distinguendo tra livelli ‘normali’, ‘carenti’ o ‘borderline’.
Le evidenze emerse dallo studio
Dai risultati è emerso che nel gruppo con dolore grave, rispetto a quello con dolore minore o assente, erano rilevabili livelli medi significativamente inferiori di vitamine D, B12 e folati. Le persone di sesso maschile con dolore cronico, inoltre, hanno mostrato un rischio maggiore di carenza di vitamina C e una maggiore incidenza di carenza di magnesio, anche in quelle con dolore grave. Indipendentemente dall’etnia, poi, le persone con dolore grave avevano livelli significativamente più bassi di vitamina D, con una riduzione dei folati nella maggior parte dei sottogruppi e una carenza di B12 prevalentemente nelle persone di origine caucasica. Anche i gruppi di donne asiatiche e ispaniche hanno mostrato livelli ridotti di folati.
Sebbene, dunque, lo studio non possa confermare un nesso di causalità, suggerisce fortemente che risolvere i deficit di micronutrienti possa rappresentare un intervento utile a ridurre il carico di dolore. E i risultati sono in linea con la letteratura emergente sui benefici dell’integrazione di vitamina D e vitamine del gruppo B nelle condizioni di dolore neuropatico e muscoloscheletrico.
Ruolo dei farmacisti
I farmacisti hanno un ruolo chiave nel consigliare l’eventuale integrazione di nutrienti, anche nella gestione del dolore cronico. Prima di tutto, questi operatori sanitari possono identificare i pazienti a rischio, in particolare quelli con dolore grave persistente, politerapia o deficit nutrizionali e raccomandare loro di rivolgersi al medico per valutare la necessità di sottoporsi a esami del sangue sui livelli di micronutrienti chiave. Inoltre, attraverso la consulenza dietetica, i farmacisti possono suggerire alle persone a rischio di consumare alimenti ricchi di nutrienti, come pesce grasso per la vitamina D, carne e crostacei per B12, verdure a foglia verde per folato, noci e legumi per il magnesio e frutta per la vitamina C.
Accanto a questo, i farmacisti possono collaborano con i medici per suggerire regimi di integrazione, in caso di deficit, e gestire le interazioni farmaco-nutrienti, ad esempio affrontando il malassorbimento di B12 nei pazienti che assumono metformina o gli inibitori della pompa protonica.