Cure palliative, contrastare il dolore nei bambini

Cure palliative, contrastare il dolore nei bambini

23 Settembre 2025 Off Di La Redazione

In Italia oltre 35.000 bambini necessitano di cure palliative
pediatriche, ma soltanto il 15% riesce ad accedere a questo tipo di assistenza: ciò significa
che 3 piccoli pazienti su 4 non ricevono le cure adeguate a garantire loro la miglior qualità
di vita possibile.
Un recente studio condotto nelle regioni del Nord ha confermato come i modelli
assistenziali attualmente in vigore non siano in grado di rispondere alle crescenti
necessità. Il problema, tuttavia, riguarda l’intero Paese: le cure palliative pediatriche (CPP)
risultano frammentate, con una forte disomogeneità tra territori e carenze particolarmente
evidenti nelle regioni meridionali.
“Se oggi il nostro obiettivo non può purtroppo ancora essere la guarigione, vogliamo poter
garantire a questi bambini la miglior qualità di vita e il miglior benessere possibile, insieme
alle loro famiglie. È un diritto che oggi non tutti i minori riescono ad avere, e questo è
inaccettabile”, dichiara al Congresso dell’ Associazione Culturale Pediatri (ACP) Franca
Benini, Direttrice del Centro Regionale Veneto di Terapia del Dolore e Cure Palliative
Pediatriche – Hospice Pediatrico. *
Grazie ai progressi della medicina e della tecnologia, la mortalità neonatale e pediatrica è
diminuita, e oggi sempre più bambini con patologie inguaribili o disabilità gravi
sopravvivono a lungo. Questo ha reso urgente lo sviluppo di un sistema di presa in
carico multidisciplinare, capace di rispondere non solo ai bisogni clinici, ma anche
a quelli sociali, psicologici ed etici dei pazienti e delle loro famiglie.
“Le cure palliative pediatriche non sono le cure della terminalità, ma un percorso
complesso che accompagna bambini e famiglie lungo tutta la vita. Non possiamo
permettere che vi siano territori scoperti o famiglie lasciate sole. Serve una risposta
nazionale, omogenea e capillare”, sottolinea Benini. Anche perché c’è una legge che lo
prevede: l’Italia dispone già di un quadro legislativo che prevede la creazione di reti
dedicate, ma la loro implementazione resta gravemente insufficiente e disomogenea.
Le principali criticità individuate sono:
carenza di strutture e servizi dedicati su tutto il territorio nazionale;
formazione insufficiente degli operatori sanitari;
scarsità di informazione corretta e trasparente rivolta alle famiglie e all’opinione pubblica;
lentezza nell’applicazione delle norme esistenti;
disuguaglianze territoriali in termini di accesso, qualità e continuità delle cure”.