
Cuore, 4 su 10 italiani con almeno tre fattori di rischio
27 Settembre 2025Quattro italiani su dieci convivono con almeno tre fattori di rischio cardiovascolare, cinque persone su dieci dichiarano di fare attenzione al consumo di sale ma abitudini scorrette come sedentarietà, fumo, eccesso di peso, scarsa assunzione di frutta e verdura, ipertensione, ipercolesterolemia e diabete continuano a pesare sulla salute del cuore e a complicare il quadro ci sono anche le disuguaglianze sociali: ipertensione e colesterolo alto risultano infatti più diffusi tra chi ha un basso livello di istruzione o risorse economiche limitate, segno che il rischio cardiovascolare non pesa in modo uniforme sulla popolazione. È il quadro che emerge dai dati 2023-2024 della sorveglianza Passi appena pubblicati.
Ipertensione più frequente negli uomini, colesterolo alto nelle donne
L’ipertensione resta poco diffusa tra i giovani adulti, ma cresce sensibilmente con l’avanzare dell’età: dal 2% prima dei 35 anni arriva a interessare un terzo della popolazione tra i 50 e i 69 anni. Il fenomeno è strettamente legato al sovrappeso – oltre il 28% fra chi è in eccesso ponderale – ed è più comune negli uomini (20% contro il 16% delle donne). Come altri fattori di rischio cardiovascolare associati agli stili di vita, l’ipertensione colpisce in misura maggiore le fasce socialmente più fragili, per disponibilità economiche o livello di istruzione. L’80% delle persone ipertese riferisce di seguire una terapia farmacologica e molti hanno ricevuto indicazioni chiare su come tenere sotto controllo la pressione: ridurre il consumo di sale (83%), praticare attività fisica regolare (81%) e controllare il peso corporeo (76%).
Anche l’ipercolesterolemia mostra un andamento legato all’età – dal 4% tra i 18-34enni fino al 30% nei 50-69enni – e al peso corporeo: ne soffre il 24% delle persone in sovrappeso o obese, contro il 14% tra normopeso e sottopeso. Il colesterolo alto risulta più frequente nelle donne e, come per l’ipertensione, si associa a condizioni di svantaggio sociale. Non manca inoltre una differenza geografica: le Regioni del Nord mostrano valori più elevati, con un picco nelle Marche (28%). Più di quattro persone su dieci con ipercolesterolemia dichiarano di essere in trattamento farmacologico e la maggioranza riferisce di aver ricevuto consigli mirati: consumare meno carne e formaggi (86%), aumentare frutta e verdura (77%), fare attività fisica regolare (81%) e mantenere il peso sotto controllo (74%).
Uso consapevole del sale e buona conoscenza del sale iodato
L’attenzione al consumo di sale è maggiore tra le donne (62% contro il 52% degli uomini), tra gli adulti più maturi (65% nei 50-69enni rispetto al 45% dei 18-34enni) e tra le persone con un livello di istruzione più alto. A livello territoriale emerge un divario Nord-Sud di circa dieci punti percentuali (62% contro 52%). In generale, solo una persona su tre con malattie croniche mostra un uso consapevole del sale, sebbene le percentuali salgano al 75% tra gli ipertesi e al 74% tra chi soffre di insufficienza renale: dati comunque inferiori alle attese.
Sul fronte del sale iodato, invece, la consapevolezza è buona e in crescita: il 78% degli italiani dichiara di utilizzarlo (contro il 67% del 2015). Quasi la metà lo impiega sempre (47%) e un ulteriore 15% spesso, mentre il 17% lo usa occasionalmente.