
Contenziosi in sanità, la Campania al primo posto
10 Ottobre 2025MAG Healthcare, questo il titolo del convegno che si è aperto ieri mattina presso la Reggia di Caserta. L’evento ha puntato i fari sulle sfide economico-finanziarie legate alla responsabilità sanitaria (MedMal) in Italia, con particolare attenzione ai costi diretti e indiretti che impattano i bilanci sanitari regionali e nazionali. È la prima volta che alcuni tra i principali vertici della sanità italiana si incontrano per approfondire ed analizzare tutte le componenti di costo che orbitano intorno al fenomeno della MedMal, rappresentando un peso finanziario di cui non esiste letteratura internazionale.
La responsabilità civile sanitaria è un settore che continua a influenzare in modo significativo i costi delle strutture sanitarie italiane. Secondo le analisi IVASS, nel 2021, le compagnie assicurative hanno registrato circa 17.200 sinistri di responsabilità civile sanitaria, con oneri complessivi che si aggirano in centinaia di milioni di euro fra riserve tecniche e liquidazioni. Il mercato assicurativo della responsabilità sanitaria in Italia vale oltre 300 milioni di euro l’anno, con un costo medio dei sinistri pari a 41.639 euro. Tuttavia, i costi sono ben più elevati nelle strutture pubbliche, dove il costo medio per sinistro può superare i 76.000 euro. A ciò si aggiunge il fenomeno della medicina difensiva, che incide per oltre 10 miliardi di euro all’anno, pari al 10% della spesa sanitaria complessiva, aumentando notevolmente il carico economico.
Il caso della Campania
In Campania il tema è particolarmente sentito. Pur in assenza di una piena uniformità gestionale – con alcune strutture autoassicurate e altre coperte da polizze assicurative – la Regione ha avviato negli ultimi anni percorsi di razionalizzazione, puntando a garantire maggiore equilibrio nella gestione dei costi e una più solida tutela giuridica. La spesa assicurativa complessiva supera i 60 milioni di euro l’anno, un investimento che se da un lato rappresenta un impegno rilevante per i bilanci sanitari, dall’altro costituisce una garanzia di sicurezza e protezione per cittadini e strutture.
Nel primo quadrimestre del 2025, la Campania ha erogato 771.981 prestazioni sanitarie, in crescita rispetto al 2024, ma ancora lontana dai volumi pre-pandemia. Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) della Regione, che gestiscono oltre 2.000 strutture complesse, sono chiamate a conciliare la crescente domanda di servizi con l’impatto economico delle responsabilità legate agli errori clinici e ai contenziosi, derivanti spesso da errori clinici in aree delicate come ostetricia, ortopedia e pronto soccorso che hanno un impatto diretto sulla sostenibilità economica delle ASL e degli ospedali
A conferma della complessità e dell’importanza del fenomeno, la Campania figura tra le regioni con il maggior peso economico legato ai contenziosi. Nel 2022, infatti, la Regione ha sostenuto oneri da contenzioso pari a circa 17,9 milioni di euro, tra i valori più elevati a livello nazionale. Nonostante questi numeri, la Regione sta dimostrando una forte capacità di reazione, investendo in strumenti di gestione del rischio, digitalizzazione dei processi e formazione del personale, con l’obiettivo di trasformare una criticità storica in un terreno di innovazione e miglioramento.
La Campania è una delle regioni più esposte al rischio MedMal, con una distribuzione molto variegata delle strutture sanitarie. La Regione conta oltre 1.100 strutture ospedaliere. La gestione disomogenea del rischio, con alcune strutture autoassicurate e altre coperte da polizze assicurative, comporta una mancanza di uniformità nella gestione dei costi e nella tutela giuridica.
Implicazioni economiche della MedMal
Il costo della MedMal va ben oltre la polizza assicurativa. I costi indiretti, come la medicina difensiva, il costo sociale indiretto (lunghe degenze e liste d’attesa) e le complicanze ospedaliere, rappresentano un onere significativo per il sistema sanitario nazionale. In Italia, il costo sociale indiretto dovuto a errori clinici è stimato in centinaia di milioni di euro all’anno, senza contare la perdita di produttività per i pazienti e le famiglie.
Le complicanze, come le infezioni ospedaliere o gli errori chirurgici, comportano un aumento dei costi per farmaci, ricoveri e chirurgie riparatorie. Ogni anno, circa 3,5 milioni di pazienti in Europa contraggono infezioni correlate all’assistenza, con un prolungamento medio della degenza di 8-10 giorni, che in Italia si traduce in circa 2 milioni di giornate letto extra.
La gestione del rischio e modelli internazionali
Il convegno esplorerà anche i modelli internazionali di gestione del rischio, con un focus sui sistemi a indennizzo amministrativo adottati in Paesi come la Svezia e la Finlandia, dove il risarcimento è più rapido e le cause legali sono rare, rendendo il sistema più prevedibile e meno costoso. Al contrario, in Italia, dove il sistema si basa su un forte impatto giuridico e assicurativo, i costi sono più volatili e difficili da prevedere.
L’appuntamento di Caserta
Il convegno ha visto la partecipazione dei vertici di dell’OMCeO, AIOP ed ACOP, dell’Istituto Superiore della Sanità rappresentato da Velia Bruno ed esperti del settore, tra cui Pierluca Impronta (Presidente MAG), Roberto Esitini (Head of Specialty Healthcare MAG), Nino Cartabellotta (Presidente Fondazione GIMBE), Germano Perito (Direttore Generale AORN Moscati di Avellino), Antonio D’Amore, Direttore Generale AO Cardarelli, Alessandro Delle Donne, Direttore Generale Istituto Tumori Bari Giovanni Paolo II – IRCCS, Ferruccio Capalbo, Vice Procuratore Generale, assegnato alla Procura della Repubblica presso la Corte dei conti in Campania, Napoli e Francesco Graziano, Magistrato presso la Corte di Cassazione.