
Coina, già adesso sono pochi e in futuro sarà peggio: meno iscrizioni a Scienze infermieristiche
13 Settembre 2025«Per la prima volta i posti messi a bando nei corsi di laurea in infermieristica superano le domande. Sono 20.699 i posti disponibili, ma le domande non arrivano a 19mila. Questo dato non è una semplice flessione: è la prova che i giovani stanno perdendo fiducia nella nostra professione», dichiara Marco Ceccarelli, Segretario Generale del COINA.
Il crollo delle iscrizioni fotografa il disincanto dei giovani
Dal 2010 al 2024 le iscrizioni si sono dimezzate: da oltre 46mila domande a poco più di 21mila. «Oggi – aggiunge Ceccarelli – registriamo il punto più basso. Un’università che non riesce nemmeno a coprire i posti messi a disposizione è lo specchio di un sistema che ha smesso di investire sugli infermieri. Non basta dire che i respinti di Medicina finiranno qui: infermieristica non è un ripiego, è una scelta di vita e di responsabilità».
FNOPI: l’assenza che pesa
Il COINA accusa la Federazione nazionale: «La FNOPI non ha contrastato la svalutazione della professione. Ha accettato in silenzio provvedimenti che hanno minato la credibilità degli infermieri, a partire dall’assistente infermiere. Ha mancato l’occasione di dire chiaramente alla politica che senza condizioni economiche e contrattuali dignitose i giovani non si iscriveranno più. Questo silenzio pesa più di qualsiasi dichiarazione. E oggi, nell’analizzare i numeri allarmanti delle iscrizioni, la Federazione non fa altro che minimizzare, arrivando addirittura a sostenere che le cifre saranno compensate dall’arrivo dei “delusi” che usciranno dal mancato superamento del primo semestre di medicina. E cosa siamo diventati? Il piano B della Sanità? Vogliamo un esercito di scontenti?».
Competenze avanzate senza riconoscimento: la professione infermieristica non è una roulette russa
Un nodo cruciale resta la scarsa valorizzazione delle competenze avanzate. Molti professionisti investono in master e percorsi di alta formazione, ma al termine si ritrovano con le stesse retribuzioni di chi non ha intrapreso ulteriori studi. Una situazione che frena le motivazioni, svuota di significato l’impegno formativo e alimenta la fuga verso contesti più gratificanti.
Conseguenze per la sanità pubblica
Mancano oggi 70mila infermieri per garantire livelli essenziali di assistenza. «Se non ci sono iscritti, non ci saranno professionisti domani – avverte Ceccarelli –. Il risultato sarà un SSN sempre più fragile, con ospedali sguarniti e cittadini costretti a pagare il prezzo della disorganizzazione».