
Cisl-Fp, punti nascita: piena luce su posti letto disponibili
29 Maggio 2025Luigi D’Emilio, numero uno della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana di Napoli, interviene su un tema che sta diventando sempre più spinoso negli ultimi tempi, a causa della “compressione dell’offerta di posti letto nella sanità privata ed il conseguente mancato rispetto del piano ospedaliero”.
La materia, regolata dal decreto Balduzzi, ministro della Salute nel decennio scorso, prevede che se non sono effettuati 500 parti nelle strutture poste nelle aree disagiate, e 1000 in quelle facilmente raggiungibili, i reparti di Ostetricia e Ginecologia autorizzati dai piani approvati devono essere chiusi dalla Regione nella misura del 50% ad esclusiva scelta dell’Ente.
“Il problema – dice D’Emilio – non è quello di garantire il rispetto della legge, ci mancherebbe altro, ma è quello di capire quale è lo stato reale dell’arte. Si tratta di sapere se le strutture convenzionate che decidono di cancellare i Punti Nascita, spesso per questioni economiche riconvertendoli in altre branche evidentemente più remunerative, lo fanno senza autorizzazione o con il sì, cosa che sarebbe ancora più grave, dell’istituzione competente. Per noi la conoscenza della situazione deve essere propedeutica a qualsiasi decisione da assumere di conseguenza, e non può limitarsi solo ad un atto monocratico adottato in rispetto alla normativa, per di più discrezionale su quali chiudere e quali conservare”.
Per il segretario generale della Fp di Napoli le conseguenze di un mancato intervento “sono enormi e finiscono per aggravare ulteriormente un settore che, aldilà della propaganda, versa in condizioni critiche da troppi anni”.
“Chiediamo – conclude D’Emilio – che i reparti chiusi dai privati vengano trasferiti alla sanità pubblica. Non possono essere persi, perché le nascite avvengono. Né possiamo rinunciare ad altri posti letto, che avremmo sulla carta ma non sarebbero funzionanti, bloccando altri reparti che ne avrebbero bisogno ma non possono richiederli perché le percentuali apparirebbero rispettate.Infine, è arrivato il momento di dire basta alle scelte autonome sulle prestazioni, perché i privati optano sempre per quelle più remunerative lasciando le altre al pubblico. Sono cose davvero inaccettabili, come il silenzio di chi comanda. Perciò auspichiamo che la Direzione generale della Tutela della Salute faccia chiarezza in via definitiva, pronti a mobilitarci se continua lo stallo e l’incertezza attuale”.