Cardiologia e studi: l’aterosclerosi
10 Dicembre 2025Studi e lavori scientifici in cardiologia. È stato pubblicato sul European Journal of Preventive Cardiology e ripreso anche da “Cardiologia/33” uno scientific statement della Società europea di cardiologia (Esc) dedicato all’analisi delle evidenze sulle terapie in grado di influenzare la progressione e la possibile regressione dell’aterosclerosi coronarica e utili per l’identificazione precoce dei pazienti a rischio. Il documento è stato redatto da un panel di tredici cardiologi europei selezionati dall’Esc, coordinato dall’Irccs ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. Tra gli autori figurano Daniele Andreini, professore ordinario e responsabile della Cardiologia universitaria e dell’Imaging cardiologico della struttura del Gruppo San Donato, quale autore senior del lavoro, ed Edoardo Conte, referente per il Poliambulatorio cardiovascolare dell’Unità di Cardiologia universitaria dello stesso Irccs, coordinatore operativo del gruppo di studio.
Lo statement esamina l’effetto di differenti classi terapeutiche, dai farmaci ipolipemizzanti a quelli antinfiammatori, sulla storia naturale dell’aterosclerosi. Secondo quanto riportato, le statine, soprattutto a dosaggi elevati, rappresentano la classe farmacologica con il maggiore supporto di evidenze nel determinare una riduzione del volume delle placche fibro-lipidiche coronariche. Dati emergenti suggeriscono un possibile ruolo anche dei farmaci ipolipemizzanti non statinici e delle terapie antinfiammatorie.
Gli autori sottolineano tuttavia che la riduzione assoluta del volume della placca è generalmente limitata, evidenziando la necessità di ulteriori studi per chiarire il ruolo delle terapie farmacologiche mirate all’aterosclerosi nell’anticipare la diagnosi e ottimizzare la presa in carico dei pazienti a più alto rischio cardiovascolare.



