Campania, uscita dal Piano di rientro: fumata nera e polemiche

Campania, uscita dal Piano di rientro: fumata nera e polemiche

5 Agosto 2025 Off Di La Redazione

Siamo stati fin troppo facili profeti. Qualche giorno fa Vincenzo De Luca aveva usato parole forti, in vista della riunione interministeriale che avrebbe dovuto decidere sull’uscita dalla Campania dal Piano di rientro sanitario, che costa alla Regione 200 milioni l’anno: “Dobbiamo prepararci alla guerra, i nostri nemici sono il Governo e il ministero della Salute”. Aveva tuonato il presidente della Campania. IL nostro commento era basato sulla considerazione che, al di là del raggiungimento ei parametri sulla decisione avrebbe pesato la scarsità delle risorse disponibili. Così è stato. il reto sa tanto di pretesto. Secondo fonti della Regione, all’ok del ministero dell’Economia, che ha riconosciuto i progressi fatti sul piano dei conti, ha fatto seguito l’alt vincolante del ministero della Salute che ha eccepito sul mancato raggiungimento di due parametri, su venti.

Il primo riguarda il numero di posti letto delle Rsa, le residenze per anziani, insufficiente rispetto alla soglia. Eppure – si fa notare da palazzo Santa Lucia, sede della Regione – l’attuale capacità di posti letto soddisfa in pieno il fabbisogno regionale dal momento che le Rsa in Campania sono occupate in misura ampiamente inferiore rispetto ai posti in dotazione. L’altro criterio riguarda gli screening oncologici, un dato che – si osserva sempre in Regione – vede la Campania accomunata ad altre regioni italiane alle quali però il Ministero non avrebbe riservato uguale trattamento. In attesa di una presa di posizione ufficiale – non esclusa l’ipotesi di un ricorso al Tar, valutata in queste ore – De Luca ha manifestato la sua insoddisfazione a una delegazione di sindaci del Golfo di Policastro presenti a Roma, riferendo di un confronto difficile con i ministeri competenti e definendo “incomprensibile” la mancata approvazione dell’uscita della Campania dal piano di rientro sanitario alla luce dei dati presentati, oltre che “inaccettabile e pretestuosa” la posizione del governo.
Solo alcuni giorni fa, parlando in un ospedale a Castel Volturno, De Luca aveva spiegato: “Da 13 anni chiudiamo il bilancio in attivo, ma siamo ancora in Piano di rientro sanitario e per questo percepiamo almeno 200 milioni di euro in meno ogni anno dal Fondo di riparto nazionale, mentre tante altre regioni, penso ad Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Toscana, chiudono in passivo ma per loro non sono previsti piani di rientro. E lunedì (cioè oggi – ndr) se il Ministero continuerà nel suo atteggiamento di chiusura verso la Campania, chiederemo che anche per le altre Regioni in deficit siano previsti piani di rientro, e partiranno le querele alla magistratura penale, ricorsi al Tar. Stiamo anche valutando eventuali danni erariali”.
Solo martedì scorso De Luca aveva avuto un acceso botta e risposta sul tema con Maria Rosaria Campitiello capo Dipartimento prevenzione, ricerca ed emergenza sanitaria del ministero delle Salute, oltre che moglie del viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli (che ha querelato il governatore). “Oggi siamo mantenuti in Piano di rientro per un ricatto politico”, aveva detto De Luca, provocando la replica di Campitiello: “Se i parametri saranno a posto sicuramente la Campania uscirà dal Piano di rientro, ma se non lo saranno bisognerà attendere un po’ di tempo. Il 4 agosto lo vedremo”.