
Caldo estremo e mortalità, attese fino a 34mila vittime l’anno entro il 2070
14 Luglio 2025I decessi legati al caldo potrebbero aumentare fino a cinquanta volte nei prossimi decenni nel Regno Unito, raggiungendo quota 34mila morti l’anno entro il 2070, se l’innalzamento delle temperature globali proseguirà senza adeguate misure di adattamento. È l’allarme lanciato da un nuovo studio dell’University College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, secondo cui l’interazione tra cambiamento climatico e invecchiamento della popolazione è destinata a produrre un impatto sanitario crescente.
Oggi in Inghilterra e Galles si stimano in media 634 decessi l’anno correlati alle ondate di calore. Secondo le proiezioni dello studio, pubblicate mentre il Regno Unito affronta una nuova ondata con temperature superiori ai 30 gradi, il numero potrebbe salire a 10.317 morti annui entro il 2050 e a 34.027 nel 2070, nello scenario peggiore – che prevede un aumento di 4,3 °C rispetto ai livelli pre-industriali e scarsa capacità di adattamento.
Anche in uno scenario ottimistico, che contempla un riscaldamento contenuto a 1,6 °C e l’implementazione di strategie di adattamento estese, il bilancio annuale resterebbe elevato: 3.007 decessi nel 2050 e 4.592 nel 2070.
Il fattore demografico gioca un ruolo chiave. La popolazione di Inghilterra e Galles è destinata a invecchiare significativamente nei prossimi cinquant’anni, e l’età avanzata è un noto fattore di vulnerabilità alle temperature estreme. I rischi aumentano in presenza di comorbidità cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, e in condizioni di isolamento sociale o scarsa mobilità.
Lo studio si collega a un’analisi precedente condotta dallo stesso gruppo di ricerca, secondo la quale l’ultima ondata di calore registrata in Europa avrebbe quasi triplicato i decessi rispetto al passato, con Milano tra le città europee più colpite. Il 2022, con temperature record fino a 40,3 °C e quasi 3mila decessi in eccesso nel solo Regno Unito, potrebbe rappresentare un “nuovo normale” entro metà secolo.
«Nei prossimi cinquant’anni, gli effetti sanitari di un clima sempre più caldo saranno significativi», ha dichiarato Clare Heaviside, ricercatrice presso UCL. «Possiamo mitigarne la gravità riducendo le emissioni di gas serra e pianificando in modo accurato le strategie di adattamento. Ma dobbiamo agire subito».
Tra le soluzioni suggerite dagli esperti: ventilazione migliorata nelle abitazioni, rafforzamento dei sistemi di condizionamento, diffusione di tende oscuranti e tetti riflettenti, piantumazioni urbane e supporto mirato alle fasce più fragili. La pianificazione sanitaria dovrà inoltre prevedere strumenti di sorveglianza del rischio climatico, percorsi di allerta per anziani e pazienti cronici, e forme di assistenza domiciliare attiva nei mesi estivi.
Lo studio evidenzia come il climate change sia ormai un determinante di salute emergente, con impatti diretti e indiretti sui sistemi sanitari nazionali. In assenza di misure strutturali, sottolineano gli autori, le ondate di calore diventeranno un fattore critico di pressione clinica, soprattutto nei contesti urbani e tra le popolazioni più anziane.