Alcol e ictus emorragico, esordio più precoce e danno cerebrale più esteso

Alcol e ictus emorragico, esordio più precoce e danno cerebrale più esteso

10 Dicembre 2025 Off Di La Redazione

Secondo quanto riportato su “Neurology”, l’uso cronico e prolungato di alcol è associato a un esordio più precoce dell’emorragia intracerebrale, a un maggiore volume dell’ematoma e a segni radiologici compatibili con una più avanzata malattia dei piccoli vasi cerebrali di tipo ipertensivo. Lo studio ha analizzato i dati di 1.600 pazienti consecutivi ricoverati per emorragia intracerebrale spontanea e non traumatica presso il Massachusetts General Hospital tra il 2003 e il 2019, con l’obiettivo di chiarire il ruolo dell’abuso alcolico nella gravità dell’evento acuto e nel carico di malattia vascolare cerebrale cronica.

L’uso eccessivo di alcol è stato definito come un consumo regolare pari o superiore a tre unità alcoliche al giorno. I ricercatori hanno utilizzato modelli di regressione multivariata per valutare le associazioni tra consumo alcolico e caratteristiche cliniche e radiologiche dell’emorragia, nonché con i marcatori di malattia dei piccoli vasi cerebrali rilevati alla risonanza magnetica.

Dei 1.600 pazienti inclusi (53% uomini, età mediana 75 anni), 104 (7%) soddisfacevano i criteri per l’uso eccessivo di alcol. Rispetto ai soggetti non esposti, questi pazienti presentavano un’età significativamente inferiore all’esordio dell’emorragia (mediana 64 contro 75 anni) e un volume ematico maggiore, con un incremento di 1,7 volte. Inoltre, mostravano una probabilità più elevata di localizzazione profonda dell’emorragia (odds ratio aggiustato 2,01) e di estensione intraventricolare (odds ratio aggiustato 1,95).

Tra i 1.195 pazienti sottoposti a risonanza magnetica (75% del campione), l’analisi dei marcatori di malattia dei piccoli vasi cerebrali ha evidenziato un’associazione indipendente tra uso eccessivo di alcol e presenza di iperintensità della sostanza bianca di grado severo (odds ratio aggiustato 3,04), nonché con un pattern di malattia dei piccoli vasi compatibile con eziologia ipertensiva (odds ratio aggiustato 1,82). Nessun altro marcatore di malattia dei piccoli vasi cerebrali ha mostrato associazioni significative con il consumo alcolico.

Dal punto di vista laboratoristico e clinico, i pazienti con uso eccessivo di alcol presentavano anche una conta piastrinica inferiore (β = -17,73) e valori pressori più elevati all’ingresso (β = 4,81), suggerendo un profilo emodinamico e coagulativo potenzialmente più sfavorevole.

Nel complesso, i risultati indicano che l’uso cronico di alcol può contribuire a una maggiore gravità dell’emorragia intracerebrale acuta e a un’accelerazione del danno vascolare cerebrale cronico, in particolare attraverso un incremento del carico di lesioni della sostanza bianca e un pattern di malattia dei piccoli vasi coerente con l’ipertensione arteriosa. Tuttavia, lo studio presenta alcune limitazioni, tra cui il disegno trasversale, la disponibilità della risonanza magnetica solo in una parte del campione e l’assenza di una valutazione dettagliata dell’esposizione alcolica nel corso della vita.

Alla luce di questi dati, saranno necessari ulteriori studi per chiarire i meccanismi attraverso cui l’alcol può influenzare la progressione della malattia dei piccoli vasi cerebrali e la gravità dell’emorragia intracerebrale, con l’obiettivo di sviluppare strategie preventive mirate.