
Alberto Guardabasso, la costanza è l’ingrediente in più per cogliere gli obiettivi
7 Agosto 2025
Giornalista di moda, professionista delle pubbliche relazioni e modello, Alberto Guardabasso, originario di Ragusa, è attivo specialmente a Parigi ed è animatore apprezzato di eventi di “haute couture”.
Lei nella sua vita coniuga la professione di giornalista con quelle di design e modello. A quale di queste attività si sente più legato?
Ognuna di queste attività rappresenta un lato diverso della mia personalità. La scrittura è il mio modo per osservare, analizzare e raccontare ciò che accade nel mondo della moda; è una forma di ricerca continua. Il design mi permette invece di esprimermi creativamente, dando forma a idee e visioni. La moda, intesa come immagine e corpo, è stato il mio punto di partenza e mi ha insegnato molto sul linguaggio non verbale e sull’estetica. Se proprio dovessi scegliere, direi che la scrittura è il cuore di tutto: è il mezzo che mi consente di dare profondità anche alle altre attività.
Nell’era del villaggio globale, secondo lei, la moda italiana riesce ancora a recitare un ruolo da protagonista o sta subendo eccessivamente la concorrenza di nuove scuole che sorgono un po’ in tutto il mondo?
La moda italiana mantiene una centralità forte, soprattutto per la qualità manifatturiera, l’heritage e una creatività che sa rinnovarsi. Tuttavia, è vero che oggi assistiamo a una maggiore pluralità di voci: talenti emergono da ogni parte del mondo, con una visione spesso più fluida e globale. Questo non toglie valore all’Italia, anzi: credo che il futuro sia nella capacità di dialogare con queste nuove scuole, aprendosi a influenze esterne senza rinunciare all’identità.
Lei ha avuto la capacità di lavorare con i grandi Marchi della moda italiana ed internazionale: Dior, Saint Laurent, Fendi. Qual è il punto di forza della moda francese e qual è quello della moda italiana?
La moda francese ha una straordinaria capacità di creare immaginari: ha un senso quasi cinematografico della bellezza e un forte investimento nella costruzione del brand. La moda italiana, invece, è ineguagliabile per l’artigianalità, per la cura del dettaglio, per quella sensualità spontanea che riesce a coniugare eleganza e carattere. Lavorare con entrambe le visioni è stato per me un arricchimento continuo.
Ancora oggi c’è il leitmotiv del “fisico da modello”. Aldilà delle eredità genetiche, come si fa a mantenersi in forma per lungo tempo ed in particolare come si regola sul fronte dell’alimentazione?
La genetica conta, certo, ma non basta. La costanza è fondamentale: pratico sport regolarmente, alternando allenamento funzionale e discipline che aiutano anche la postura e la concentrazione.
Accanto a tutti gli interessi di natura professionale riesce a coltivare degli hobbies?
Assolutamente.
Ho bisogno di momenti in cui staccare. Amo il cinema d’autore, leggere biografie e saggi storici, viaggiare senza una meta precisa – spesso anche solo per osservare le persone.
E ogni volta che posso, cerco rifugio nella natura: camminare mi aiuta a ritrovare equilibrio e nuove idee.