Achille Lauro: L’originale

Achille Lauro: L’originale

21 Giugno 2025 Off Di Aniello Giuliano

Quando sentiamo “Achille Lauro”, molti oggi pensano al cantante passato per Sanremo, senza sapere che prima di lui c’era un altro Achille Lauro: un armatore, politico e figura chiave del Novecento italiano.

Il cantante, Lauro De Marinis, ha scelto quel nome d’arte proprio perché il suo nome di battesimo veniva spesso accostato a quello del vecchio armatore.

Le origini della flotta Lauro

Parliamo quindi dell’armatore, nostro concittadino. Achille Lauro nacque nel 1887 a Piano, in via Casa Rosa, vicino piazza Cota. Oggi una targa ne ricorda la nascita. Studiò al Nino Bixio, poco lontano da lì.

Giovanissimo, prese le redini della flotta di famiglia, portandola a diventare una delle più grandi del Mediterraneo.

L’ingresso in politica

Il suo percorso politico comincia durante il fascismo. Sostenne il regime e fu vicino alla famiglia Ciano, alleata di Mussolini.

Dopo lo sbarco degli Alleati fu internato per quasi due anni nel campo di concentramento di Padula, a causa della sua vicinanza al fascismo.

In seguito aderì al movimento dell’Uomo Qualunque, poi al Partito Nazionale Monarchico, infine al Movimento Sociale Italiano di Almirante.

La politica fu per lui anche un modo per rafforzare i suoi affari. Il suo orientamento sembrava più legato all’opportunità che all’ideologia.

Napoli, Sorrento e il consenso

Nel dopoguerra fu senatore e sindaco di Napoli. È ricordato per pratiche di voto di scambio: distribuiva pacchi di pasta e, famosa tra tutte, regalava un solo scarponcino prima delle elezioni, promettendo l’altro solo dopo la vittoria.

Queste pratiche distorcevano il processo democratico, facendo leva sul bisogno economico dei più poveri.

Dopo accuse di peculato e abuso di potere, lasciò il Comune. Accusò la Democrazia Cristiana e i social-comunisti di averlo fatto fuori con un complotto.

Fu poi sindaco di Sorrento. La città lo ricorda ancora oggi con il parcheggio di via Correale, costruito su un terreno da lui donato e intitolato a suo nome.

In piazza Lauro troviamo un omaggio alla sua prima moglie, Angelina. Poco più in là, in Corso Italia, c’è anche la scuola primaria a lei intitolata.

Villa Eliana, oggi sede di eventi e cerimonie, prende invece il nome dalla sua seconda moglie, l’attrice Eliana Merolla.

Tra calcio, cinema e stampa

Achille Lauro non si limitò a politica e affari. Fu anche presidente del Napoli, uno dei più amati, nonostante i pochi successi. Ricoprì lo stesso ruolo nella squadra del Sorrento.

Come farà poi De Laurentiis, cercò anche lui di entrare nel mondo del cinema fondando “Partenope Cinematografica”. Ma l’avventura finì presto: produsse un solo film, con protagonista la moglie Eliana Merolla.

Fu anche editore del quotidiano partenopeo Il Roma, che Mussolini gli affidò.

Il laurismo: un culto prima ancora che una politica

Tutto ruotava intorno alla sua figura. Il suo carisma e il suo legame diretto con le masse produssero un ampio consenso popolare. Per tutti era “‘O Comandante”.

Il suo potere si estendeva in vari settori: impresa, politica, soldi, calcio, stampa. Uomo affascinante e noto donnaiolo, era ovunque.

Se ci fosse stata la televisione prima, forse avrebbe dominato anche quella. Le analogie con Berlusconi sono molte: entrambi uomini carismatici, populisti, dominanti in vari settori. Berlusconi è arrivato dopo, ma sembrava seguire lo stesso schema.

Uno partiva dal mare, l’altro dall’edilizia; uno parlava alla piazza, l’altro allo schermo. Ma la logica del potere era simile.

Un’eredità ancora viva

Il laurismo non è solo una pagina di storia, ma un modello ancora attuale. Il consenso, per Lauro, non si basava su ideali o programmi, ma su vantaggi immediati, spesso personali.

Eppure, il suo successo non dipese solo dai voti di scambio: contribuì davvero allo sviluppo di Napoli, costruendo appartamenti, fogne, strade. La sua flotta era prestigiosa, e lavorarci era un onore.

Tuttavia, l’eredità populista e clientelare del laurismo è ancora presente, soprattutto nelle zone più vulnerabili del paese. Ha aperto la strada a una politica più attenta all’immagine che alla sostanza, e continua a ripetersi sotto altre forme.

Capire come funzionano questi meccanismi è essenziale per guardare oltre le apparenze, e votare in modo più consapevole.