Visita di invalidità, il volto “umano” della sanità

Visita di invalidità, il volto “umano” della sanità

28 Giugno 2022 0 Di La Redazione

 

Egregio Direttore

 

Le giro questo mio sfogo con la certezza che Lei, come sempre fa in questi casi, troverà modo di dare spazio ad un increscioso episodio di malasanità.

Per un’intera vita ho lavorato e pagato tasse e contributi. Ora, da pensionata, sono stata visitata da patologie altamente invalidanti per cui, attraverso il Caf, ho presentato domanda per vedermi riconosciuta l’invalidità.

La data della visita è stata fissata dall’Inps in maniera abbastanza rapida ma è sul dove che ci sono più obiezioni da sollevare: una stanzetta angusta che a stento conteneva  i quattro medici della Commissione, un ambiente misero dotato (si fa per dire) di un piccolo finestrino e non climatizzata. A questo si aggiunga l’obbligo di mascherina, il caldo torrido di questi giorni ed il mio ingresso con  accompagnatore, per un totale di sei persone stipate in un ambiente veramente “claustrofobico”.

Nessuna meraviglia se all’uscita ho accusato un malore, mi sarei sorpresa del contrario.

Domanda: ma è possibile che persone malate e debilitate devono essere sottoposte anche alla pena aggiuntiva di un trattamento umiliante e disumano?

 

Una paziente arrabbiata*

 

*Abbiamo preferito omettere nome e località per tutelare la privacy della signora