Vincenzo Pagano, il contatto nella vita di relazione

Vincenzo Pagano, il contatto nella vita di relazione

21 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

 

 

“Restano sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e per le attività riabilitative o terapeutiche, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli. Sono consentite le attività dei centri di riabilitazione, nonché quelle dei centri di addestramento e delle strutture dedicate esclusivamente al mantenimento dell’efficienza operativa in uso al Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico, che si svolgono nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del ministro per le politiche giovanili e lo sport, è sospeso. Sono altresì sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto, nonché tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale”. Questi alcuni punti fondamentali del Dpcm riguardanti le attività sportive. Nonostante il divieto, alcuni gestori di palestre hanno riaperto per protesta. Non si comprende perché queste attività non possano riprendere in sicurezza. Ne parliamo con un valido rappresentante delle Arti Marziali: Vincenzo Pagano, dottore in Scienze Motorie, laureando in “Management dello sport”, Cintura nera di 2° dan nel Taekwondo WTF (World Taekwondo Federation). Insegnante wing tsun 3° grado superiore presso l’accademia awta (autentic wing tsun academy) del G.M. Stellato M. Personal Trainer, master in postura in movimento, istruttore functional trainig.

Come ha vissuto Vincenzo Pagano la paura della pandemia ed il disagio legato alle indispensabili restrizioni?

L’inizio della pandemia, sgradevole e inaspettato, è stato come una doccia fredda per tutti noi; un brutto periodo sotto ogni punto di vista: privato, sociale, emotivo, economico e soprattutto professionale. A tutto ciò si aggiunga la difficile convivenza con nuove “regole” e restrizioni, a mio avviso necessarie e persino troppo “superficiali” (mi riferisco alla seconda quarantena obbligatoria poiché la prima, sebbene rigida, era riuscita a ridurre il numero di contagi). Come sempre è accaduto, un evento così “vasto” e difficile da controllare ha generato molta paura inizialmente. Ancora oggi alcune persone manifestano le loro ansie e preoccupazioni ma, rispetto alla prima ondata, noto una certa negligenza anche da parte loro. Servirebbe un po’ più di rispetto verso se stessi e, soprattutto, verso gli altri. L’unica “strada” che sono riuscito ad intraprendere è stata quella della preservazione: ho preservato e tutelato me stesso e inevitabilmente anche le persone che mi circondano, siano esse i miei cari, siano esse quelle che costituiscono la mia sfera sociale.

Quando e con quale modalità potranno riprendere gli sport di contatto, in particolare le Arti Marziali?

Ormai è trascorso quasi un anno (trascurando le parziali aperture d’estate) dalla chiusura delle palestre e di tutti quei luoghi dediti allo sport (persino i parchi pubblici sono stati chiusi per un determinato periodo di tempo nella mia zona), comprese le scuole di arti marziali! Non saprei dire con esattezza quando potranno riprendere gli sport da contatto poiché, come suggerisce il termine stesso, necessitano di accostamento e vicinanza; spero soltanto che possano riaprire il prima possibile! Riguardo alle modalità penso che sarà necessario prestare tanta attenzione e adeguarsi a tutti i sistemi di sicurezza (sanificazione del locale, organizzazione dei turni come, ad esempio, la creazione di turni di allenamento in piccoli gruppi; rispetto del distanziamento sociale, igienizzazione, ripetuta più volte nel corso degli incontri, delle mani). La cosa più importante di tutte alla quale bisogna necessariamente fare affidamento è il senso civico delle persone: è soltanto grazie ad esso che è possibile notare la differenza. Mi spiego meglio riportando un esempio: se Tizio sa di avere dei sintomi riconducibili al Covid-19 è suo dovere restare a casa; se Caio sa di essere stato in contatto con terzi, positivi al virus, è suo dovere, nonché obbligo, rispettare la quarantena; se Sempronio è positivo al tampone ma è asintomatico deve, nonostante le sue ottime condizioni salutari, restarsene a casa e attendere l’esito negativo. Il rispetto di tutte queste regole potrebbe portare miglioramenti tali da consentire la riapertura delle palestre: chiusura e negazione generano risentimento, collera e persino “senso di ingiustizia”! Da che mondo è mondo lo sport guarisce, non ammala! In un momento di grandi pressioni psicologiche, lo sport potrebbe costituire la “valvola di sfogo” giusta.

Qual è il vissuto emotivo, secondo Lei, dei fruitori delle palestre, costretti dalla pandemia ad una “relazione” a distanza?

La natura dell’essere umano, quando si trova in condizioni di pericolo, e per pericolo in questo momento storico intendo perdita del lavoro, difficoltà economiche, timore di perdere un’attività (ciò che si è costruito con tanti sacrifici e fatica), lo porta sempre a cercare una seconda via, una scorciatoia, una strada “alternativa”. L’alternativa suggerita dal contesto storico-sociale e, aggiungerei, tecnologico, è quella delle “relazioni” a distanza. Personalmente sono di un altro parere al riguardo (sicuramente nell’esposizione di questo punto di vista mi farò qualche “nemico”): sarò all’antica ma non credo minimamente nell’efficacia delle lezioni online! L’uomo necessita di contatto con gli altri già in condizioni normali, figuriamoci quanto questo sia importante ai fini dell’insegnamento, dell’allenamento e nella trasmissione di concetti, siano essi teorici o pratici (nel mio caso motori)! Una webcam non può assolutamente sostituire l’importanza della presenza! In linea con il mio pensiero, non ho mai fatto nessuna lezione on-line e non penso che la farò! Con questo, di certo, non voglio assolutamente biasimare chi si affida a tali sistemi, anzi di questi apprezzo la tenacia, l’inventiva e l’intraprendenza! In qualche modo si deve pur far qualcosa, no?! Spero che tutto questo non vada avanti per troppo tempo. Il futuro del fitness e dello sport (anche e soprattutto della scuola!) non dev’essere questo!