Vincenzo Ilardo, alla ricerca “del movimento perfetto”

Vincenzo Ilardo, alla ricerca “del movimento perfetto”

28 Febbraio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Nel nuovo Dpcm palestre e piscine restano chiuse ma è scontro nella maggioranza. Molti governatori di tutti gli schieramenti (dal toscano Pd Giani al leghista veneto Zaia) chiedono di inserire i primi segnali di riapertura nelle zone gialle. Ma sarà difficile che il Governo ceda, a parte qualche piccola concessione. Cinema e teatri andranno verso la riapertura ad aprile.

Di questo scenario fallimentare e quasi apocalittico parliamo con Vincenzo Ilardo.

Trentasette anni, Siciliano di origine, nel 2004 inizia la sua formazione tecnico-sportiva durata 11 anni, conseguendo titoli propedeutici al suo qualificato ruolo di Formatore tecnico nell’ambito del Fitness, fondatore della scuola CROSS MFG ITALIA che ha formato nel tempo più di 800 Tecnici in tutt’Italia.

I tecnici formati da Vincenzo Ilardo operano nelle varie regioni italiane con assoluta libertà creativa, pur finalizzando il loro metodo alla continua ricerca del “movimento perfetto”, nonché alle più opportune stimolazioni destinate a far riacquisire le principali funzioni metaboliche e pattern motori del corpo, mantenendosi in continuo e proficuo confronto con la scuola MFG ITALIA. Operano tutti in contesti riconosciuti che portano il nome di MFG e si prevedono per loro aggiornamenti periodici quadrimestrali.

Come ha vissuto e come vive Vincenzo Ilardo la paura del contagio e le conseguenti indispensabili misure restrittive?

Come nello Sport, credo fermamente che ognuno di noi, messo di fronte ad una situazione come questa, debba vestirsi di responsabilità verso se stesso e la propria salute, nonché verso gli altri; non è una condizione semplice né tantomeno dovrà essere sottovalutata per cui, bisogna attendere che vi siano le condizioni per poter ripartire in assoluta serenità.

Senza un Ministro dello Sport, chi tutela degnamente gli operatori del settore?

Gli operatori di questo settore sono spesso sottovalutati, sia nella forma che nella sostanza. E questo vale sia per chi riveste uno status imprenditoriale sia per chi ha investito un capitale (magari frutto di anni si sacrifici e rinunce) ed adesso si trova in serie difficoltà economiche, e questo è un dato oggettivo. Credo che, chiunque sia demandato a “decidere”, debba farlo con competenza e responsabilità, se non altro servendosi di specialisti del settore e consentendo un aperto dialogo/confronto con le dirette figure coinvolte.

Questa è la chiave. Lo dico ai giovani che vogliono avventurarsi nello sport: se vuoi diventare numero uno per i soldi o le veline non ce la farai mai, forse ce la farai se lo fai per divertirti. Alessandro Zanardi. Cosa rappresenta per Lei lo Sport?

Una domandona…. Cosi apre un orizzonte tanto grande quanto soggettivo… lo Sport per me rappresenta un amplificatore di ciò che si è …. Veda, ho imparato a conoscere tante persone in questi anni, ho avuto l’onore non di insegnare ma di donare il mio sapere, di far conoscere il mio percorso, le difficoltà riscontrate ed il modo con cui le ho superate o accettate come tali, ma da queste stesse persone ho imparato tanto, ho imparato più di tutto il nostro essere fantasticamente “diversi” l’uno dall’altro; questa diversità è il fattore chiave di ciò che dovrebbe rappresentare lo Sport…

Passiamo il 30% del nostro tempo a dormire, il 30% a lavorare, l’8% a nutrirci, lasciando spesso il restante 32% del tempo ad oziare ….

Oggi gli adolescenti passano 85% del loro tempo seduti a studiare o davanti alla TV o un cellulare (spesso anche facendo le tre cose contemporaneamente), quando invece avrebbero bisogno anche di concedersi la possibilità di riscoprire le proprie abilità fisiche, ciò che il proprio corpo è in grado di fare. Magari in questo modo potrebbero far crescere una passione verso una disciplina (che non sia solo la capacità di muovere i pollici su uno schermo di cellulare); il termine “disciplina” sembrerebbe sinonimo di conformità ma non è così!  

I ragazzi dai 16 ai 30 anni più o meno, sono ossessionati da stereotipi che non esternano alcuna capacità, né cognitiva né in termini di abilità artistiche o motorie. Viviamo in un’epoca dove sembra che l’unica cosa che importa sia il danaro, quindi l’ostentazione di potere sugli altri (la mia macchina è più potente, i miei vestiti sono più costosi, la mia casa è più grande…);

Come dicevo, tante volte ciò che abbiamo è frutto di sacrifici che magari nessuno vede…

C’è una frase che da sempre mi accompagna che, per qualcuno può risultare forse banale ma, non lo è… “Non c’è risultato senza sacrificio..”

Ecco….questa rappresenta tanto la Vita quanto lo Sport per me… poiché insegna il “valore” di ciò che hai, grazie ai sacrifici che hai dovuto fare per ottenerlo.