Remigio Truocchio, il mondo del cinema devastato dal Covid

Remigio Truocchio, il mondo del cinema devastato dal Covid

26 Novembre 2020 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

La Fatica di Vivere nella Pandemia, con il nuovo lockdown, compromette numerose categorie produttive.

Il mondo del Cinema, del Teatro e dello Spettacolo sembravano, la scorsa estate, pronti a riprendere con nuovo slancio le attività. La diffusione del virus, però, prospetta nuovi orizzonti desolanti e grevi. Parliamo di questa impasse del mondo del Cinema con un Esperto di Valore e Prestigio: Remigio Truocchio, produttore e direttore artistico di eventi cinematografici e membro della giuria ufficiale dei David di Donatello.

Di origini sannite, nato a Sant’Agata de’ Goti, ma cresciuto a Caserta, dove nel 1982 inizia la sua giovanissima carriera partecipando alla fondazione dello storico Cineclub Vittoria di Casagiove, che dirigerà per circa 15 anni, divenendo anche Consigliere Nazionale della Federazione Italiana Cineforum.

Nel 1989 crea il primo Festival del Cinema all’interno della Reggia di Caserta, dedicato agli sceneggiatori cinematografici: CINEGRAFIE, che ebbe tre fortunate edizioni, prima che il decreto Ronchey dell’epoca cancellasse tutte le manifestazioni nazionali di spettacolo e di cultura all’interno di siti storici.

Ma questo non ferma Truocchio nel regalare alla sua città il cinema d’estate: ideò nel 1993 (fino al 1999) con il Comune di Caserta, le storiche arene delle “Estati a Caserta”, dapprima al Belvedere di San Leucio e poi nel suggestivo Parco della Flora.

Nel 1996 Truocchio, visto i sorprendenti risultati delle sue manifestazioni, viene contattato prima dal critico Valerio Caprara per affidargli il ruolo di Segretario Generale agli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento (che attualmente dirige) e poi dalla direzione di Cinecittà che volle affidargli nel 1999 la direzione artistica del Festival Internazionale del Cinema della città del Vasto, che organizzò per una decina di anni.

Il richiamo alle radici sannite non si fa attendere e nel 1997 crea nel Sannio uno dei festival internazionali più originali e ricercati, l’unico grande omaggio europeo alla categoria degli scenografi e costumisti nel cinema: Il Sannio FilmFest, che animò per 15 anni e fece riscoprire il borgo medioevale di Sant’Agata de’ Goti.

Nel 2003 Truocchio accetta uno degli incarichi più prestigiosi della sua carriera: il sociologo Domenico De Masi lo vuole con lui per rifondare il Ravello Festival, insieme a personaggi del calibro di Lina Wertmuller, Roman Vlad, Oliviero Toscani, Antonio Scurati e Stefano Valanzuolo.

La grande passione per il cinema porta nel tempo Truocchio a specializzarsi anche in formazione, divenendo presto docente di tecnica e linguaggio cinematografico in vari istituti artistici e ricercato relatore in corsi di aggiornamento e convegni organizzati dall’Agiscuola e dal Formez. Inoltre, dal 2006 al 2008 riorganizza e dirige la Nuct di Cinecittà (Nuova Università Cinema e Tv) e la Scuola di Cinema negli Studios ad Alicante in Spagna.

Altra branca del cinema in cui si cimenta con successo Truocchio è la produzione in loco dei film: diviene location & production assistant in numerose produzioni cinematografiche italiane ed internazionali. Il suo primo film a cui collabora è lo Star Wars IV di George Lucas del 1996, girato in parte alla Reggia di Caserta. Seguirono poi le collaborazioni sempre nella Reggia in “Angeli e demoni” e “Mission Impossible IV”. Ha poi lavorato in produzioni italiani per i film: “Il resto di niente” di Antonietta De Lillo, “Il posto dell’anima” di Riccardo Milani, “L’imbroglio nel lenzuolo” di Alfonso Arau, “Si accettano miracoli” di Alessandro Siani e “Sotto il Sole di Riccione” scritto e prodotto da Enrico Vanzina.

Dal 2007 Truocchio diviene consulente per l’Anec e l’Anica per gli eventi legati al mercato cinematografico e dirige “Le Giornate professionali del cinema” (l’evento più importante dell’industria cinematografica), prima a Sorrento e poi a Riccione, dove crea il prestigioso evento del cinema CINE’, che tutt’ora produce e dirige con la sua società CINEVENTI (con sede a Bologna e Roma).

Gli ultimi lavori prodotti e diretti: dal 2012 i Premi CIAK d’oro alla commedia, dal 2013 a Capri la rassegna cinematografica internazionale “Il cinema in Certosa”, dal 2016 i “Nuovi Incontri Internazionali del Cinema Sorrento”, dal 2016 gli incontri “Maestri alla Reggia” (che lo riportano dopo tanti anni a Caserta) dal 2019  i Premi De Sica, in collaborazione con l’ente David di Donatello.

 

In che modo Remigio Truocchio ha vissuto l’angoscia della pandemia ed il lungo, necessario lockdown generale?

Io ero al Festival di Berlino, a metà di febbraio, ed ero partito con queste notizie, che arrivavano dalla Cina ma che erano ancora abbastanza lontane. C’erano i primi casi a Bergamo, ma andai via tranquillo e trascorsi una settimana alle prese con le visioni di molti film ed ebbi tanti contatti. Io, generalmente, a Berlino mi occupo del mercato e sono interessato a cercare film inediti da portare poi al prossimo Festival di Sorrento e prendere dei contatti con la Nazione ospitante, in quel caso era la Spagna. Ebbene ho vissuto lì, come faccio sempre, ibernato nelle sale, chiuso dalla mattina alla sera con un freddo incredibile, ma non si avvertiva quasi nulla di questo arrivo del Coronavirus. Scoppiò tutto alla Festa presso l’Ambasciata Tedesca a Berlino – Ambasciata Italiana, dove ci fu un Ricevimento dell’Ambasciatore in occasione del Film “Volevo Nascondermi” con Elio Germano sulla vita del Pittore Ligabue. Ci fu un Ricevimento ed, in quella occasione, s’iniziò a parlare di quello che stava succedendo in Italia ed iniziarono i primi casi. Era intorno al 20-21 febbraio, ricordo benissimo la Festa, ma i Segretari, l’Amministratore Delegato di Rai Cinema ed i Direttori erano angosciati soprattutto per l’uscita del Film, che di lì a breve sarebbe arrivato nelle sale. Erano molto preoccupati ed io non riuscivo a capire tale agitazione anche perché quando sono a Berlino e sono immerso nel Festival seguo pochissimo le notizie che arrivano dall’Italia, perché sono chiuso nel Cinema dalle h.08:00 della mattina alle h.20:00 di sera. Avevo poco tempo per aggiornarmi sulle notizie, ma erano tutti davvero preoccupati, perché lo leggevo nei loro volti ed, ora dopo ora incontrando gli italiani presenti agli stand oppure nelle sale cinematografiche. Il 21-22-23 febbraio la cosa iniziò sempre più a preoccuparmi ma, di rientro da Berlino a Fiumicino ci fu davvero la differenza. Mi controllarono con una sorta di metal-detector, oggi forse un po’ anacronistico ed antiquato, infatti ora si usa un termoscanner per verificare la temperatura. Ci fu uno stato di panico, perché iniziai davvero a vedere mascherine in giro, come se arrivassi in un paese di guerra. Arrivai e mi fermai nella casa a Roma, stetti quella settimana e le notizie erano sempre più angoscianti. Sappiamo benissimo quello che è successo l’ultima settimana di febbraio e, soprattutto la prima settimana di marzo! Decisi di scendere giù poiché avevo un appuntamento con il Sindaco di Sorrento, poiché ad aprile avevo impostato l’Incontro Internazionale del Cinema, avevo rapporti avviati, un lavoro avviato. In una settimana non si capì più nulla e lo abbiamo vissuto tutti: i cinema iniziarono a chiudere, iniziò un lockdown prima light e la settimana dopo ci fu una chiusura totale. Riuscii a rifugiarmi a Sant’Agata de’ Goti, nel mio buen retiro ma mai avrei pensato che ci sarei rimasto fino al 3 giugno e mi sembrava impossibile non poter ritornare più a Roma.

 

L’attuale nuova cattività per la seconda ondata compromette il mondo del Cinema. Quali scenari si prospettano?

Ebbene per noi del Cinema è stata una “mazzata” perché ricordate tutti che in primavera fu chiuso tutto, il Cinema si bloccò e siamo andati in una crisi profonda. Ci ha preso in contropiede, perché venivamo da uno degli anni più forti del cinema degli ultimi dieci anni, eravamo campioni d’incasso a Natale, abbiamo visto una stagione del 2019, che era stata la più forte, quindi eravamo increduli e non riuscivamo a pensare, a guardare avanti. Posso dire che ci speravo ancora, passerà, sarà un mese, due mesi, tarda primavera, passa marzo ed aprile, poi è passato anche maggio ed eravamo davvero scioccati, perché noi passavamo da un grandissimo anno ad una prospettiva fallimentare. La situazione di lavoro ci prese proprio in contropiede, si bloccò tutto, saltarono ovviamente tutti gli appuntamenti di Cinema, i Festival, ovviamente gl’incontri del Cinema che avevo organizzato io, quindi una situazione di panico, dal punto di vista di lavoro, ma poi quando saltò Cannes è come se fosse crollato il mondo! L’Economia Cinematografica era completamente allo sbando, la mia stessa Attività, Società che ha il suo Core Business a luglio con le sue Giornate Professionali Estive, una sorta di Settimana della Moda del Cinema, quindi tutto il Cinema che si raduna per una settimana a Riccione, ebbene anche questo evento si stava compromettendo! Era, per me, come se mi cadesse un macigno in testa poi il Ministro Franceschini comunicò che, piano piano si poteva riaprire, fu comunicata la data del 15 giugno. A noi sembrava assurdo, perché non si era organizzata una politica di promozione, di pubblicità di questa grande apertura. Abbiamo lavorato tantissimo affinché le sale cinematografiche fossero un luogo sicuro, abbiamo speso tantissimi soldi per le sanificazioni, per allestire l’ingresso stile triage, misurare la febbre, avere posti distanziati, creare anche divisori tra un posto ed un altro al fine di evitare qualsiasi tipo di contatto, eppure la ripresa ha stentato. Le Case di Distribuzione, in particolare quelle Americane non hanno voluto rischiare e non hanno voluto immettere sul mercato dei nuovi film. Ed ecco Pandemia su Pandemia, non solo si è fatto un grandissimo sforzo economico per riaprire i Cinema come luoghi sicuri, per uno svago ed, a metà giugno c’era quasi un “Liberi Tutti”. La gente non andava al Cinema anche perché c’era un prodotto, quasi di serie b, poiché tutti i grandi film si erano congelati e questo è stato un grande danno per Disney, Warner Bros., ma anche per gl’Italiani, poiché avevamo in parcheggio il grande film di Carlo Verdone, che avrebbe portato milioni di persone al Cinema. De Laurentiis ha deciso di congelarlo! Si puntò, quindi tutto all’estate: le grandi Arene in tutte le città ed il Ministro Franceschini venne incontro anche alle Sale Cinematografiche, finanziando l’apertura delle Arene, perché più sicure dei luoghi chiusi e possiamo dire che questo concetto ha aiutato un po’ gli esercenti ed i proprietari di Cinema ed il Cinema stesso, però ovviamente stiamo parlando di film ripresi e di seconda visone. Un’altra delle grandi paure per noi era che la tv bussava alle porte a quei film che avevamo in parcheggio. Ecco il tentativo disperato di portare il Cinema, confezionato per il Cinema, a casa, attraverso la politica dello Streaming. È sembrata certo una novità, ma non ha portato i suoi risultati, sia perché non si conoscono, sia perché non si è mai capito il grosso riscontro dei film usciti nella primavera/estate passati solo sullo Streaming, ma di fatto oramai la gente era assuefatta e, pertanto, anche il tentativo di portare il Cinema a casa, in televisione, è stato un atto fallimentare. A questo punto si è perso da entrambe le parti! I gestori dei Cinema hanno fatto l’impossibile, poiché hanno investito ovviamente con un appoggio economico del MIBACT, del Ministero a tenere aperte le sale, tant’è che il Festival di Venezia si realizzò a settembre nel rispetto delle norme di sicurezza ed anche con un discreto successo e fu una bella edizione. Non ci fu nessun caso di contagio, all’interno delle sale cinematografiche, nel Festival e questo è stato un grandissimo risultato.

 

Cosa pensa Lei della chiusura, come da DPCM, dei Cinema e Teatri: luoghi di promozione della Cultura, ma in primis di condivisione e compartecipazione di vissuti emotivi?

Noi volevamo tantissimo che i Cinema ed i Teatri, ovviamente rispettando tutte le norme di sicurezza, che il Governo ci aveva dato potessero rimanere aperti e, quindi, per noi è stata una “mazzata” nell’ultimo DPCM, che ci ha fatto richiudere, perché siamo andati nel baratro. Tentare di stare a galla, di portare la gente al Cinema, di riabituarla e, poi, avere la seconda ondata è stato davvero uno scavarsi la fossa! Ed arriviamo ai giorni nostri, ad ottobre e novembre allorquando le Grandi Case Cinematografiche Americane hanno bloccato tutte le uscite, alcune le hanno portate finanche su Streaming, vedi la Disney che ha portato film come “Mulan e Soul”, destinati alle sale su Streaming e, quindi, sta danneggiando fortemente la ripresa del futuro del Cinema. La nostra grandissima preoccupazione, infatti, è che questo diventi un’abitudine anche al termine di questo triste momento. Le case cinematografiche saranno invogliate a far passare i propri film in tv e questo ammazzerebbe tutto il sistema e l’industria delle Case Cinematografiche.

 

Attualmente Tutti sono costretti a vedere film a casa, in streaming, strutturando così una dipendenza! Allorquando il virus sarà debellato ci sarà secondo Lei, un ritorno degli spettatori nelle sale cinematografiche?

Ci sarà una grandissima voglia di ritornare a stare tra la Gente, rivederCi, ma soprattutto rifrequentare i Cinema. È Linfa Vitale per Noi che lo facciamo, è Passione per gli Spettatori e ci auguriamo che sia una Rivoluzione Culturale e Sociale. Mi Auguro tanto che il ritorno al Cinema, a vivere in Comunità sia un’Emozione Grande, fatta di Cultura ed Intrattenimento possa essere dirompente. Il Cinema secondo me, va vissuto insieme, è una Grande Emozione da vivere in maniera potente sotto un grande schermo ma, soprattutto, condividerla, all’inizio, con la voglia di andare al Cinema e condividerla dopo nei commenti, nel rilasciare quell’Emozione che ci accomuna. Questa, secondo me è ancora la Grandissima Forza che ha la Sala Cinematografica, che ha il Cinema. Il Cinema non morirà mai se riusciremo a coltivarlo così!