Rapporto sui casi di malasanità per responsabilità medica in Italia

Rapporto sui casi di malasanità per responsabilità medica in Italia

24 Settembre 2020 0 Di Corrado Riggio

Tra i vari aspetti analizzati nel rapporto, vi sono le tempistiche di denuncia per le ipotesi di responsabilità medica che variano a seconda della tipologia di sinistro.

Secondo un recente rapporto sui casi di malasanità in Italia realizzato da Marsh Italia, diffuso nei giorni scorsi e basato su dati relativi al periodo 2004/2018, i casi di responsabilità medica denunciati sono in media 35 l’anno per ogni struttura sanitaria. Tra i vari aspetti analizzati nel rapporto, vi sono le tempistiche di denuncia per le ipotesi di responsabilità medica che variano a seconda della tipologia di sinistro come, ad esempio, entro sei mesi sono denunciati il 29% dei casi verificatasi in ostetricia e ginecologia, il 43,9% dei casi verificatasi in pronto soccorso ed il 19% dei casi verificatasi in ortopedia e traumatologia.

Per ciò che concerne, invece, gli importi liquidati dalle compagnie assicurative, la media si assesta su poco più di 78.070 euro e per ogni anno di denuncia la media degli importi liquidati risulta essere decrescente. Gli eventi più significativi, in termini economici, sono quelli legati al parto. Questi ultimi, però, rappresentano solo il 3,2% dei sinistri denunciati.

Infatti, i più diffusi, con un netto stacco rispetto agli altri, risultano essere quelli derivanti da attività chirurgica, che rappresentano il 35,9 % dei sinistri complessivi. A questi seguono quelli derivanti da errori diagnostici, da cadute accidentali e da errori terapeutici, che rappresentano, rispettivamente, il 18,5%, il 9,9% ed il 9,3% dei sinistri. Infine, il rapporto sopra evidenziato ha segnalato le cinque unità operative maggiormente colpite da denuncia, che insieme rappresentano più della metà dell’intero campione analizzato e queste sono rispettivamente:

  • Ortopedia e traumatologia per il 15,6%;
  • Chirurgia generale per il 13%;
  • Dea/Pronto soccorso per l’11,8%;
  • Ostetricia e ginecologia per l’11,1%;
  • Struttura/Parti comuni per il 6,9%.