Pronto soccorso ospedale Sorrento, picchiata un’infermiera

Pronto soccorso ospedale Sorrento, picchiata un’infermiera

18 Agosto 2021 0 Di Gaetano Milone

La violenza quella gratuita, delinquenziale, di altre realtà sociali, in un assolato pomeriggio di ferragosto, malgrado il Covid ed i tanti problemi legati alla terribile epidemia, entra di prepotenza nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento.

 Una signora salernitana, mamma di una ragazza precedentemente giunta al Pronto Soccorso, per una visita, ha aggredito violentemente una infermiera che aveva invitato la figlia ad accomodarsi nella sala d’attesa in attesa del suo turno.

 Un’aggressione violenta, nei confronti della malcapitata operatrice sanitaria, M.M., che mai si aspettava una reazione del genere, peraltro da una signora, prima verbale e poi fisica, con trauma contusivo al viso, con interessamento dell’occhio, tumefatto, tanto da richiedere un’immediata visita oculistica.

 Un episodio gravissimo, in una città capoluogo del turismo internazionale, un biglietto da visita negativo che comunque sta a testimoniare il decadimento di costumi e la totale mancanza di rispetto verso chi, ed è il caso del Pronto Soccorso dell’ospedale sorrentino, è in prima linea malgrado carenze di uomini e mezzi, per offrire in modo qualificato al cittadino ricoverato, nella maggior parte dei casi, una prima e salva vita assistenza. 

Totale solidarietà al personale sanitario impegnato in prima linea in questo periodo di super affollamento della Penisola sorrentina è stato espresso dal Direttore Sanitario dei P.O. di Sorrento e Vico Equense, Giuseppe Lombardi.

“Sono particolarmente vicino al personale medico ed infermieristico del nostro Pronto Soccorso che con professionalità e turni massacranti offre assistenza continua all’utenza della penisola ed ai tanti ospiti presenti in questi giorni in penisola sorrentina.

 Condanno fermamente l’episodio e sono vicino all’infermiera aggredita stigmatizzando comportamenti che non fanno parte della nostra cultura”.