Paolo Ascierto, si incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel pandemico

Paolo Ascierto, si incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel pandemico

22 Novembre 2020 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

La Sanità campana si sta misurando, in questi giorni, con un “assalto” di malati-covid impressionante.

Lunghe file di ambulanze attendono di poter consegnare l’ammalato che trasportano alle cure dei Pronto Soccorso.

Il nervosismo e la stanchezza regnano incontrastati tra medici, infermieri, malati e parenti dei malati.

La politica nazionale e regionale cosa sta facendo per rendere meno drammatica la condizione di questi attori della “seconda ondata”.

Parliamo di questo e di altro con un protagonista di vaglia del mondo scientifico internazionale Paolo Ascierto. Dirigente Medico presso UOC Oncologia Medica e Terapie Innovative del Dipartimento Melanoma – Tessuti Molli – MuscoloScheletrico e Testa Collo. La sua ricerca riguarda: Genetica e Proteomica nel melanoma. – Monitoraggio biochimico ed immunologico dei pazienti affetti da melanoma. – Screening delle lesioni pigmentate della cute e diagnosi precoce del melanoma attraverso sistemi computerizzati per l’analisi di immagine. Membro delle seguenti società scientifiche: Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Gruppo Italiano di Citometria (GIC), American Society of Clinical Oncology (ASCO), European Society of Medical Oncology (ESMO), European Organization for Research and Treatment of Cancer – Melanoma Cooperative Group (EORTC-MCG), Intergruppo Melanoma Italiano (IMI), International Society for Biological Therapy of Cancer (iSBTc). – Dall’ottobre 2001 all’ottobre 2004 membro del Consiglio Direttivo dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) – Dal novembre 2004 al 31 dicembre 2007 Presidente Nazionale dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) – Dal 1 gennaio 2008 a tutt’oggi Past President dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) – Dal settembre 2004 al settembre 2007 Consigliere Sezione Regionale dell’ Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) – Dal febbraio 2006 componente della Commissione Nazionale “Tumori Cutanei” della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori – Dal giugno 2006 membro dell’International Melanoma Working Group (IMWG) – Dal Settembre 2006 ad oggi membro del Consiglio Direttivo del Network Italiano per le Bioterapie dei Tumori (NIBIT). – Dal 15 febbraio 2008 è il rappresentante dell’Istituto Tumori di Napoli presso l’OECI (Organization of European Cancer Institutes). – 2007-2008 componente della Commissione Oncologica Nazionale. – In qualità di componente della Commissione Oncologica Nazionale, ha collaborato alla stesura del Piano Oncologico Nazionale 2008-2010. – Dal luglio 2010 è Presidente della Fondazione Melanoma Onlus.

In che modo Paolo Ascierto, Scienziato, Marito e Padre ha vissuto la paura della pandemia e la necessaria clausura?

Il virus ha stravolto la routine quotidiana di ognuno di noi.  Come tutti, ho vissuto la pandemia con preoccupazione costante e cercando di capire cosa potevo fare anche come medico oncologo mentre il numero di contagi cresceva. Personalmente ero abituato a viaggiare per motivi lavorativi e mi sono ritrovato a fare web conference e a convertire parte del mio tempo di ricerca dai tumori al Covid.  Dal punto di vista familiare, la preoccupazione è stata prevalentemente per i miei figli, che essendo figli di 2 medici sono stati esposti involontariamente a un più alto rischio infettivo. Nel periodo di marzo-aprile io e mia moglie (chirurgo senologa che lavora anch’essa al Pascale di Napoli) abbiamo vissuto totalmente separati dai miei ragazzi … bagno diverso, pranzo e cena separati, ognuno chiuso nelle sue stanze … triste ma necessario.

Il suo alto contributo alla cura del Coronavirus lo ha reso noto in tutto il mondo. Oggi la Comunità Medico-Scientifica Internazionale condivide lo stesso piano terapeutico per la cura del Covid-19 o ci sono protocolli diversi?

Rispetto alla prima ondata la ricerca è andata avanti e sta tutt’ora andando avanti. Adesso abbiamo dati più certi sui farmaci e esistono delle linee guida più solide.

Nella fase iniziale del Covid 19, quando è la carica virale a guidare la patogenesi, sappiamo che sono soprattutto gli antivirali a essere utili.  Tra tutti gli antivirali il remdesivir si è dimostrato efficace in termini di tempo di recupero clinico nei soggetti che hanno avuto la possibilità negli studi clinici di fare il farmaco. Nella seconda fase di malattia in cui la sintomatologia è dovuta a un’infiammazione è stato dimostrato che il cortisone, così come l’eparina sono utili nei pazienti con sintomatologia grave. Molto si è detto sugli inibitori delle interleuchine scatenate durante la fase di iperinfiammazione, la cosiddetta tempesta citochinica. Su questi ultimi farmaci, la comunità scientifica è divisa. I dati degli studi clinici sono controversi, ma quello che si deduce dai vari studi è che per un sottogruppo di pazienti si possa avere un beneficio dagli anti-IL6 come il tocilizumab. Infatti, l’impressione avuta sul campo con i colleghi dell’Ospedale dei colli e del Cotugno è che i pazienti non intubati, con distress respiratorio e con livelli basali elevati di IL6 e PCR sono quelli che potrebbero avere un beneficio immediato con questo tipo di terapia.

L’Epidemia da Covid-19 è molto grave, ingestibile, incontrollata ed in rapido peggioramento. I Farmacisti ed i Medici di famiglia lanciano l’allarme anche per la carenza di bombole d’ossigeno e gli anziani nelle RSA sono la popolazione più a rischio. Cosa pensa Lei del rapido aumento del carico dei servizi assistenziali, territoriali ed ospedalieri? Cosa pensa dell’impossibilità di tenere traccia di tutta la catena di trasmissione in questa seconda ondata?

La seconda ondata sta colpendo tutta l’Italia, con numeri di casi notevoli e con un numero di decessi considerevoli che, seppur diluiti sull’intero territorio nazionale, interessano anche aree ad alta densità di popolazione. Nei mesi scorsi si è cercato di potenziare la sanità pubblica, ma difronte ad un incremento così importante di casi, ci si è trovati di nuovo non ben preparati. Nessuno credo si aspettasse una seconda ondata di tale intensità, anche se era quello che spaventava molti di noi. Purtroppo ci sarebbero una serie di considerazioni da fare sull’errata comunicazione nel periodo di calma della pandemia. Ma lasciamo stare.

Decadi di tagli sulla sanità, imbuti formativi a più livelli con numeri di specialisti ridotti a livello nazionale, sono difficili da sanare in pochi mesi. Tuttavia c’è uno sforzo costante per cercare di far fronte a questa nuova ondata.

Con i numeri attuali risulta difficile operare un tracciamento. Purtroppo, rispetto alla prima ondata, la mobilità del singolo per quanto necessaria dal punto di vista economico e psicologico decuplica la difficoltà di tracciamento e anche la possibilità di isolare gli asintomatici che possono trasmettere il virus.  Rispetto alla prima ondata, l’impressione di chi sta dentro la sanità è di un clima generale più rilassato, in cui si dà più importanza al cenone della vigilia che al numero di decessi crescenti.

I Ricercatori Scientifici di tutto il mondo lavorano per trovare un vaccino efficace contro il Covid-19. Lei, da subito, si è impegnato nella ricerca di un vaccino a Napoli. Quali sono i Suoi aggiornamenti in merito a questo Suo Prezioso Contributo?

Ci sono diversi vaccini che si stanno studiando, e sono in diverse fasi di sviluppo farmacologico. Alcuni di questi sono in fase più avanzata, ad esempio quelli di Pfizer, Moderna i cui dati sono stati recentemente pubblicati. Il vaccino della Takis sta per avviare la fase I. È un vaccino che ha come caratteristica la possibilità di permettere più somministrazioni in caso di mancata immunizzazione a lungo termine e non sfrutta virus inattivati o attenuati come vettori per l’immunizzazione. La strada per capire quale sia il vaccino migliore, non necessariamente il più veloce, è ancora lunga. Di sicuro abbiamo notizie incoraggianti in tempi da record, considerato che di solito, la fase di sperimentazione impiega anche anni. In poche parole, incominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel.