Niccolò Cuomo: “La pandemia sta colpendo i giovani, crescono senza lo sport”

Niccolò Cuomo: “La pandemia sta colpendo i giovani, crescono senza lo sport”

21 Gennaio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La pallacanestro fu creata da un solo uomo: il dottor James Naismith, professore di educazione fisica canadese. Nel 1891 Naismith lavorava presso la YMCA International Training School di Springfield, nel Massachusetts. Gli venne chiesto di trovare uno sport che potesse tenere in allenamento durante la stagione invernale i giocatori di football in alternativa agli esercizi di ginnastica.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un cestista di lungo corso: Niccolò Cuomo.

Nella stagione 2013/2014 gioca in Serie A2 Silver con il Cus Bari, per il resto della carriera giocherà tra serie B e serie C sempre da grande protagonista.

Quest’anno gioca con il  Cus Bari Basket in serie C.

Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

La “ paura” della pandemia ci accompagna ormai costantemente da due anni e la sua incidenza sulle persone ritengo che sia mutata. Infatti, dopo una prima fase ( cioè quella del lockdown di marzo 2020) in cui ci si trovava in una situazione di panico collettivo a causa  della recente scoperta del virus,  ad oggi ci troviamo in una diversa fase in cui a risentirne forse sono principalmente i giovani nella loro componente mentale.  A mio parere infatti soprattutto bambini ed adolescenti sembrano in questa fase i più colpiti emotivamente dalla paura del contagio e dalle misure restrittive.

L’isolamento sociale sta portando i giovani a crescere in maniera anomala e così facendo stanno perdendo pian piano il valore dei rapporti interpersonali.  Penso principalmente alle difficoltà che stanno incontrando i giovani in tutto il Paese nell’ambito sia scolastico che sportivo. Non si può assolutamente  sottovalutare l’importanza dell’ apprendimento e dello sviluppo delle proprie capacità sportive per le nuove generazioni.

Quanti danni hanno causato allo sport le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa se non cattiva gestione politica?

La problematica delle chiusure degli impianti sportivi o comunque l’incertezza sul regolare svolgimento di qualsivoglia attività ed evento sportivo hanno senz’altro danneggiato lo sport in generale. Io personalmente, giocando a pallacanestro, posso dire che la poca chiarezza riguardo alle direttive disposte dagli enti preposti sia stata la “colpa” più grave, poichè non ha permesso alle società sportive di potersi organizzare in maniera seria negli ultimi anni. Giocare con il 35% di capienza all’interno dei palazzetti non può ritenersi la giusta soluzione, poiché una riduzione così ampia della capienza riduce in maniera importante ed incisiva sia il rientro economico per le società sia lo spettacolo per chi gioca sul parquet. Nonostante i notevoli sforzi fatti dalle singole società e da tutti gli addetti ai lavori del mondo della pallacanestro è innegabile il disagio legato all’ incertezza.

Quanto valore lei attribuisce al binomio sport-salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento e mantenimento del benessere psicofisico?

Ritengo che il binomio sport – salute sia fondamentale per la crescita e la formazione di un singolo individuo. Purtroppo, come detto in precedenza, questa pandemia sta colpendo i giovani i quali stanno crescendo senza quelli che sono i principi fondamentali che lo sport può insegnare. Inoltre, sia chi pratica sport a livello amatoriale sia chi lo pratica a livello professionistico sa che fare attività sportiva regolarmente è una “valvola di sfogo” a cui è impossibile rinunciare nella vita quotidiana.

Cosa le ha dato la pratica sportiva in termine di crescita personale, sociale e professionale?

Per me rispondere a questa domanda è veramente facile, devo tanto a questo sport. Infatti, grazie alla pallacanestro ho avuto la possibilità di viaggiare per tutta l’Italia e così facendo ho avuto la possibilità di stringere legami con persone che mi hanno aiutato nel mio percorso di crescita sia personale che professionale. Pratico questo sport da quando avevo 7 anni e sinceramente non saprei proprio vedere la mia vita senza, non è solo una accademia di disciplina ma anche uno sport in cui ciascuno di noi lavorando duro può migliorare qualcosa ed in cui ciascuno di noi può essere completamente libero di sognare. D’altronde riprendendo la celebre frase di Bill Russell : “ Il basket è l’unico sport che tende al cielo”.