Naufragio della “Marina d’Aequa” 40esimo anniversario, per non dimenticare

Naufragio della “Marina d’Aequa” 40esimo anniversario, per non dimenticare

26 Dicembre 2021 0 Di Miriam Perfetto

Mercoledi 29 dicembre alle ore 18,00 nella Chiesa di San Giuseppe a Sant’Agnello sarà celebrata la funzione liturgica, presieduta dall’ ’Arcivescovo, mons. Francesco Alfano, in occasione dell’anniversario della “Marina d’Aequa”. La nave dell’Italmare alle ore 17.55 del 29 dicembre del 1981, in meno di un minuto, fu trascinata in fondo al mare, 30 le vittime, le cui salme non sono state mai ritrovate.  Letale fu una falla nella stiva della nave da cui partì un SOS:

“ Falla nella stiva numero uno, imbarchiamo acqua.  Rischiamo di affondare.”

Inutili i soccorsi, il mare non dava nessuna possibilità di intervento. Di questi martiri del mare ben 21 appartenevano alla penisola sorrentina, 12 erano di Meta, 5 di Piano di Sorrento, 2 di Sorrento, 2 di Massa Lubrense; tre di Procida, 5 di Torre del Greco ed un cileno di Santiago del Cile. Rimane solo il ricordo di quel tragico giorno. Vincenzo Astarita, direttore di macchine, Presidente nazionale dell’ APCM, Associazione Professionale Capitani Marittimi, ora in pensione, Delegato laico della “Stella Maris” Arcidiocesi di Sorrento Castellammare di Stabia, ci racconta che “Don Angelo Castellano istituì questa funzione liturgica che fu organizzata dalla Confraternita del Sacro Cuore di Maria e Giuseppe e ogni anno per non dimenticare ci riuniamo  in preghiera guidati dalla luce della nostra Madre Celeste, la “Stella Maris”. Quest’anno, per la ricorrenza saranno letti dei versi composti da Padre Nicola Galeno, un Carmelitano scalzo, missionario per 17 anni in Giappone, che ho avuto l’onore di conoscere durante il periodo in cui è stato impegnato nel convento di Montechiaro, ora si trova a Legnano”. Vincenzo Astarita  ci saluta rammentando che quest’anno sono 40 anni dalla tragedia, ricorda benissimo il giorno e l’ora in cui la nave si inabissò nel golfo di Guascogna, non può dimenticare il dolore di quei giorni. Ci dice: “è indispensabile e doveroso ricordare”.