Napoli, fissare un esame diventa un salto ad ostacoli

Napoli, fissare un esame diventa un salto ad ostacoli

15 Febbraio 2020 0 Di Bruno Buonanno

Tra sportellisti che danno versioni diverse delle modalità di accesso alle prestazioni e sistemi informatizzati che fanno cilecca, alla fine per fare l’esame bisogna pagare.

 

Col secondo governo Conte il governatore della Campania, Enzo De Luca, è uscito dalla trincea dove resisteva alle critiche e alle provocazioni dell’ex ministro della salute, Giulia Grillo (Movimento Cinque Stelle). La nostra Regione – grazie ai conti messi a posto da questo e dal precedente governo regionale e al miglioramento dei Lea, i livelli essenziali di assistenza – ha rapporti di buona collaborazione con Roberto Speranza, il ministro della salute che da mesi affianca il premier Conte.

Strizzatine d’occhio per confermare che fra la nostra Regione e il Ministero della salute è cambiato qualcosa, o forse è cambiato tutto. Il ministro Speranza fra i vari provvedimenti adottati ha dato una mano alla Campania e alle altre Regioni uscite dal commissariamento: i Lea che dovevano entrare in vigore dal gennaio di quest’anno sono congelati. E con loro si sono raffreddate anche le terribili previsioni del Ministero e di altri enti che – per colpa delle lunghe liste d’attesa e della prevenzione, che in Campania è stata storicamente ferma o ha zoppicato – ci prefiguravano nuovamente alle ultime posizioni nella graduatoria Lea. Col nuovo ministro la novità è stata rinviata di un anno, al gennaio 2021, per dare tempo a chi era fermo o zoppicava di rimettersi in cammino.

Grazie al ministro del partito Leu per i Lea, Napoli lavora sulla prevenzione aprendo “eccezionalmente” i Distretti per qualche ora anche il sabato mattina. Ai successi dell’Asl Napoli 1 centro si uniscono quelli delle Aziende sanitarie delle altre province. Diecimila, quindicimila, ventimila, trentamila i cittadini che si avvicinano a controlli preventivi che precedentemente in Campania hanno quasi sempre fatto registrare risultati modesti. Siamo al lavoro, siamo in ripresa. Meno male.

Prima, seconda, terza, quarta autocelebrazione. Signore e signori stiamo lavorando per la salute, annunciano i dirigenti. Ma non tutto l’oro luccica. Ancora oggi nei Cup – i centri unici di prenotazione – c’è personale forse distratto o poco preparato, insomma non in grado di rendere concreti gli appuntamenti (risultati poi fasulli) organizzati a tempo di record utilizzando il lettore ottico.

Per un problema di ipertrofia prostatica serve una particolare risonanza magnetica. La multiparametrica con lettura del pirads, prescrizione del medico curante che dal Cup del Loreto Crispi viene risolto brillantemente. “Può farla domani mattina alle 8,30 nel Distretto del Corso Vittorio Emanuele”, avverte l’operatore.

  • Serve qualche accertamento prima? “No signore, il lettore ottico ha letto la sua prescrizione, deve solo sottoporsi all’accertamento”.

Un centro accreditato per la risonanza (da eseguire necessariamente con liquido di contrasto per verificare la presenza di cellule oncologiche) aveva specificato con   chiarezza cosa fare: radiografia del torace, elettrocardiogramma, analisi del sangue e una preparazione farmacologica di tre giorni per evitare lo choc anafilattico.

  • Scusi, è sicuro proprio sicuro che non serve nulla? “No signore, il computer non sbaglia. Vada pure al Corso Vittorio Emanuele”.

Un radiologo che al Corso Vittorio Emanuele lavora con la risonanza magnetica è invece altrettanto chiaro. “No, non eseguiamo quella multiparametrica della prostata. Da noi il rianimatore viene un pomeriggio a settimana per iniettare il liquido di contrasto, ma solo alle donne con tumore al seno. Stia tranquillo, venga comunque: le facciamo una risonanza tradizionale all’addome inferiore e scavo pelvico”.

Invito garbato ma cortesemente rifiutato. La risonanza multiparametrica è stata eseguita in un centro convenzionato. La convenzione era bloccata. La prevenzione, necessaria ed inevitabile, è costata solo 220 euro.