Manipolare farmaci può comportare rischi

Manipolare farmaci può comportare rischi

8 Novembre 2019 0 Di La Redazione

Direttamente dal Ministero della Salute le raccomandazioni per fornire indicazioni necessarie per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide.

Spezzare le compresse, frantumarle o polverizzarle, o aprire gli opercoli delle capsule per usare il contenuto, pratiche diffuse, soprattutto nelle Rsa, sono fonte di errori di somministrazione e di dosaggio. Per migliorare la sicurezza dei pazienti e degli operatori, il ministero della Salute ha ritenuto di fornire le indicazioni necessarie per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide “per la corretta gestione della terapia farmacologica orale, nei casi in cui non sia possibile somministrarle integre e quando le attività di allestimento non siano effettuate dalla farmacia”. Nelle premesse della Raccomandazione numero 19, il Ministero segnala che “recenti studi condotti nel nostro Paese hanno evidenziato come nelle Residenze Sanitarie Assistenziali sia prassi consueta, non scevra da errori, manipolare compresse, spesso in aggiunta di cibo caldo o freddo, senza provvedere, tra l’altro, alla pulizia dei trita-pastiglie o dei mortai utilizzati”. Per manipolazione, nello specifico, si intende, la divisione di compresse, la triturazione, frantumazione, polverizzazione di compresse l’apertura. E può risultare necessaria con pazienti disfagici, pediatrici, anziani, politrattati, in nutrizione enterale o che abbiano la necessità di avere un dosaggio non disponibile in commercio. I rischi che si corrono, se non correttamente gestita sono l’instabilità del medicinale, effetti irritanti locali, errori in terapia.

I consigli del Ministero

La Raccomandazione considera alcuni aspetti tecnici della gestione delle preparazioni magistrali pediatriche e della manipolazione dei farmaci a domicilio del paziente, specificando che sono esclusi dal campo di applicazione di questo documento i farmaci antineoplastici, ed è rivolta a istituzioni e operatori sanitari, farmacisti di comunità inclusi. Secondo il Ministero, una volta verificato (con procedura formale) che non ci sono alternative farmacologiche, si procede alla manipolazione del farmaco, “accertandosi, nel contempo, che non ne venga modificata la composizione e che siano garantite efficacia e sicurezza della terapia. Pertanto, l’Azienda Sanitaria, qualora si debba ricorrere alla manipolazione al di fuori della Farmacia (ospedaliera o territoriale), provvede a elaborare, sotto la supervisione di un Farmacista di riferimento (il cui ruolo è indispensabile in tutte le fasi di gestione dei farmaci compreso l’eventuale sconfezionamento primario per realizzare dosi unitarie) una procedura basandosi sui contenuti della presente Raccomandazione e in accordo con le indicazioni fornite dalla Regione/Provincia Autonoma”.

Si procede alla manipolazione “subito prima della somministrazione di ogni singola dose”; si spezzano le compresse divisibili “lungo la linea di divisione (dove presente) e prestare attenzione nei casi di compresse senza linea di divisione in quanto il taglio può determinare angoli vivi o facce ruvide”; non si dividono le compresse “in meno di un quarto, se non specificato dal produttore”. Non si deve procedere alla manipolazione di capsule molli, compresse/capsule con rivestimento gastroresistente (il principio attivo acido labile viene inattivato dall’acidità gastrica e non è più efficace); compresse e capsule a rilascio prolungato/modificato (il principio attivo non viene rilasciato gradualmente, per assicurare un effetto terapeutico costante nel tempo, ma viene rilasciato tutto immediatamente con potenziale comparsa di effetti tossici per sovradosaggio); in ogni altro caso in cui sia specificatamente vietato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto.