L’istituto oncologico Pascale estromesso dalla gestione Registro tumori.

L’istituto oncologico Pascale estromesso dalla gestione Registro tumori.

19 Ottobre 2018 0 Di Bruno Buonanno

Motivi economici dettati dal Ministero in una scelta, almeno discutibile, frutto del commissariamento.

Dopo venti anni di difficile lavoro sul “registro tumori” gli specialisti del Pascale – Istituto per lo studio e la cura dei tumori – si ritrovano in panchina. Dalla prima linea sono finiti nel gruppone di chi segue dall’esterno le certificazioni delle patologie oncologiche che metteranno a punto gli specialisti delle Asl provinciali. Da anni, nel Pascale, il dottore Maurizio Montella e il suo staff hanno nuove mansioni e nuovi incarichi.

“Siamo stati messi a margine da tempo, dal luglio del 2012 c’è una legge regionale che ha organizzato in Campania sei centri che si occupano, uno per provincia e il sesto per l’azienda Santobono-Pausilipon (per i tumori pediatrici) dell’andamento delle patologie oncologiche. Il Pascale – nota con una punta di rammarico il dottore Montella – è rimasto fuori, a guardare”.

Delusione, rimpianti, amarezza per l’estromissione del più grande polo oncologico?

“Io per venti anni ho coordinato nell’istituto Pascale tutta l’attività del registro tumori. Nella prima bozza della legge regionale la nostra struttura era stata individuata come coordinatrice dei registri tumori della Campania, era stato dato tutto a noi. Ma la nostra è ancora una Regione in commissariamento: intervenne il ministero della Salute che, per motivi soprattutto economici, chiese alla Regione di modificare la legge e di adeguarsi alle iniziative portate avanti nel resto d’Italia dove la gestione dei registri tumori è affidata alle Asl”.

Come spiega, dottore Comella, il rimpianto suo e del suo staff?

“Beh, ormai ognuno di noi ha nuovi incarichi e impegni diversi. Un caro collega, Mario Fusco, dipendente dell’Asl 3, oggi coordina l’attività dei sei registri tumori della Campania. Nel Pascale siamo stati i primi a occuparci di questo problema. Cominciammo a lavorare sul registro nell’85, nel 1996 Mario Fusco ci affiancò quando l’Istituto mise a punto una convenzione con la sua Asl e la Lega Tumori. Anche dopo la pubblicazione della legge regionale ho partecipato a una serie di riunioni insieme con chi deve gestire i registri tumori, conosco i dirigenti dei sei registri e i certificatori. Ma oggi il Pascale è ufficialmente fuori”.

Se questa è la regola in tutta Italia è giusto che vi siate adeguati.

“Il nostro precedente lavoro – spiega l’oncologo Comella – è stato utilizzato e inserito nelle statistiche e nelle valutazioni del vecchio registro tumori. Però mi risulta che a Pordenone, nel Friuli Venezia Giulia, il coordinamento dei registri tumori è stato affidato al Polo oncologico della Regione”.

Altro lavoro, nuovi incarichi rispetto al passato. Cosa succederà in Campania con l’attivazione dei sei registri tumori ?

“Ci sarà un passo in avanti molto importante dal punto di vista assistenziale, perché si può recuperare il tempo perduto e arrivare presto ai dati del 2017 per poi tenerli costantemente aggiornati. Venti anni fa il metodo di registrazione era diverso perché i dati si recuperavano, fra mille difficoltà, dai medici di medicina generale. Oggi ogni staff che lavora al registro è altamente informatizzato. In Campania abbiamo circa 15 anatomie patologiche che forniscono i dati oncologici, le strutture pubbliche, convenzionate e private hanno le Sdo, schede di dimissione ospedaliera, che consentono ai certificatori di avere costantemente una visione chiara delle patologie oncologiche e questo sarà importante per programmare una sanità più vicina alle esigenze dei cittadini”.