Le erbe ad antrachinoni non provocano il cancro intestinale

Le erbe ad antrachinoni non provocano il cancro intestinale

27 Dicembre 2021 0 Di La Redazione

Raccolgo e faccio proprie le preoccupazioni del settore relativo al temibile ritiro dalla libera vendita delle droghe ad antrachinoni, così come si vocifera a livello europeo. Che esista infatti una correlazione tra l’uso di queste droghe e l’insorgenza di tumori intestinali non è stato provato. E di fronte a dati preclinici di carattere tossicologico, relativi comunque a singole sostanze, ne esistono altri con conclusioni diametralmente opposte. Il problema semmai si potrebbe porre in presenza di dati clinici evidenti, che ad oggi sono tuttavia assenti.
Relativamente a queste droghe permangono le avvertenze di sempre, cioè evitarne l’abuso, non utilizzarle per periodi prolungati, al di sotto dei 12 anni, evitarle o consultare il medico in caso di gravidanza e allattamento ed in corso di patologie infiammatorie intestinali. Del resto, sono autorizzate dallo stesso Ministero della salute per la regolarità del transito intestinale, per una buona funzione digestiva ed epatica. Questa è la realtà.

In assenza di dati clinici che confermino un rischio clinico reale, non c’è alcuna giustificazione ad alcun intervento di regolatorio di carattere proibizionista sulla disponibilità delle droghe suddette. Diverse specifiche raccomandazioni d’uso potrebbero essere richieste solo in presenza di un aumento del rischio clinico statisticamente significativo. Ma i dati epidemiologici oggi a disposizione non lo confermano. E i dati tossicologici non lo giustificano. Il nostro gruppo sta peraltro lavorando ad una ampia revisione della letteratura clinico-epidemiologica, il cui protocollo di ricerca per trasparenza è già stato pubblicato (Lombardi N, et al. 2020) e i cui risultati finali ugualmente saranno pubblicati, ma i dati preliminari confermano l’assenza di una correlazione tra droghe antrachinoniche e cancro. E per correttezza non possiamo non anticiparlo. Dal punto di vista scientifico quindi un eventuale intervento regolatorio per impedirne l’uso che è attualmente in vigore sarebbe totalmente infondato.

 

 

Fonte:DoctorNews33