La sociologia della globalizzazione nell’intervista ad Annamaria Rufino

La sociologia della globalizzazione nell’intervista ad Annamaria Rufino

26 Luglio 2020 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Il Festival della Sociologia è stato confermato e, per la prossima edizione, si svolgerà a Narni (Terni) il 15 e 16 ottobre 2020. La manifestazione sarà focalizzata sulla pandemia e la crisi da Coronavirus, che stiamo vivendo ed è finalizzata, con un contributo alla ricostruzione della Rete di solidarietà e, pertanto, dei legami sociali.

Nonostante le incognite, legate all’evoluzione dell’epidemia, il Festival della Sociologia prosegue i lavori per questa nuova edizione 2020, con l’auspicio di offrire un’opportunità di aggregazione al fine di promuovere una rinnovata energia, che sostenga le comunità territoriali. L’Incontro nelle Piazze di Narni, tra studiosi di varie discipline rappresenta una sfida, una scommessa che testimonia l’Etica di Responsabilità degli Scienziati Sociali.

Il tema 2020 è “Seduzione e città globale. Rifare la società dopo il Covid-19” e tra gli ospiti più attesi ci sarà il filosofo e sociologo francese Gilles Lipovetsky, professore all’Università di Grenoble e autore del recente “Piacere e colpire. La società della seduzione” (tradotto e pubblicato nel 2019 da Raffaello Cortina), che svolge una lezione dal titolo “La société de la séduction”. La lectio magistralis del sociologo italiano Paolo Jedlowski è “Ripensare il possibile”.

Anche quest’anno il Festival si propone, come spazio di confronto, tra i maggiori scienziati sociali italiani e internazionali e tra molti ospiti di rilievo impegnati in incontri e panel, oltre ad Alessandro Cavalli, Mario Morcellini, Maria Carmela Agodi, Imed Melliti, Carlo Bordoni, Annamaria Rufino, Monique Hirschhorn, uno spazio rilevante sarà riservato a giovani sociologhe e sociologi dell’attuale panorama europeo.

Sulla questione abbiamo posto un po’ di domande ad Annamaria Rufino, che insegna Sociologia giuridica della devianza e del mutamento sociale all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

L’ultima sua opera è Scegliere Decidere Cambiare. Perché il mondo dimentica di fare. MIMESIS/ETEROTIPIE.

 

Come ha vissuto la paura della pandemia e il lungo lockdown Annamaria Rufino?

Il periodo di lockdown è stato per me un momento di serena riflessione sulle dinamiche che la vita di oggi ci impone. Mai come in quei mesi tutti abbiamo avuto la possibilità di fermarci, “sentire” e osservare quanto ci circondava, nella normalità, con una sensibilità diversa. Le strade deserte, il silenzio, il tempo e lo spazio di vita che hanno assunto fattezze impensabili, fino a un attimo prima, tutto è come se avesse ricominciato a parlare e a manifestarsi con un senso diverso. O, forse, con un senso che avevamo dimenticato. Il pericolo del contagio ha confermato, purtroppo, il rischio che si dissemina attraverso la comunicazione, dei politici, degli esperti e dei mezzi di comunicazione, da qui le paure più devastanti di tanti cittadini. Molti ne sono stati vittime, consapevolmente e inconsapevolmente, e solo quanti hanno saputo attingere alle risorse emotive, etiche, relazionali e personali, ma non necessariamente solo individuali, si sono potuti difendere.

L’emergenza virale del Covid-19 ha evidenziato la fragilità di tutti i sistemi politici, economici e sociali e ha rimesso in discussione le certezze acquisite, qual è il futuro della Sociologia della globalizzazione?

La Sociologia della globalizzazione è uno strumento innovativo che può contribuire, in modo determinante, a evidenziare le dinamiche innescate dalla globalizzazione, e, così, a individuare le cause delle complessità inestricabili che la caratterizzano e che tanto hanno danneggiato il sistema sociale, in tutti i suoi aspetti. La pandemia ha smascherato queste complessità, occorre, ora, verificare l’entità del senso di responsabilità che dovrebbe caratterizzare le scelte di chi governa i processi decisionali.

La Didattica a Distanza, adottata nelle Università italiane ha soddisfatto pienamente le esigenze educative o vanno ridefinite modalità diverse di comunicazione didattica per affrontare le situazioni emergenziali?

La didattica a distanza ha fronteggiato l’emergenza, e, in questo senso, ha assicurato continuità formativa, ma sicuramente non va considerata una scelta che possa essere perseguita nel tempo. Il rapporto diretto con gli studenti è irrinunciabile. Assecondare chi pensa che la teledidattica possa sostituire la didattica in presenza si tradurrebbe in una resa del sistema formativo proprio a quelle dinamiche globali che hanno azzerato l’interazione diretta, snaturando il senso della comunicazione e della relazione. Significherebbe mettere a rischio l’autonomia di giudizio di docenti e discenti, significherebbe ridurre al minimo la creatività e trasformare tutti, soprattutto le giovani generazioni, in automi governabili a distanza e, perciò, impossibilitati ad attestare la propria identità.

Siamo in un’Epoca di Passioni Tristi, orfani di certezze, siamo in una Società Liquida, come asseriva il Sociologo, Filosofo, ed Accademico Polacco Zygmunt Bauman. Siamo “Retrotopici”!!!??? Quali insegnamenti, quali lezioni ci fornisce per proiettarci, con la Speranza, che è ingrediente indispensabile per la Vita Nostra ed in primis, per le Future Generazioni?

La liquidità di cui parlava Bauman si può considerare come la premessa concettuale proprio di quegli automatismi cui la globalizzazione ci ha instradato. Automatismi fatti e generatori, come dicevo all’inizio, di silenzi e di vuoti di senso. A loro volta disseminatori di estraneità e conflittualità. Da qui nascono quelle solitudini esistenziali, che costituiscono il vero pericolo del mondo contemporaneo. Tornando ancora alla comunicazione, quella dei mass media, dei social, dei politici, a quella comunicazione che costituisce il vero buco nero dove precipitano le certezze, la strada maestra da riprogettare è un sistema sociale dove possano essere riscoperte le potenzialità umane dell’interazione, della condivisione e delle ricchezza dei rapporti diretti.

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