La dolce malattia.

La dolce malattia.

14 Ottobre 2018 0 Di Antonio Magliulo

Nei prossimi anni, la malattia del benessere, se non si inverte la tendenza, rischia di diventare l’incubo del sistema chiamato a tutelare la salute degli italiani.

L’incidenza del diabete si abbassa, sensibilmente, riducendo il tasso di obesità. Lo confermano diversi studi scientifici che lanciano l’allarme: senza un intervento deciso, in termini di prevenzione, nel 2045 si calcola che in Italia il numero delle persone colpite dalla grave patologia potrebbe diminuire di 500 mila unità.

Attualmente, quello dell’aumento consistente dei soggetti diabetici in tutte le nazioni occidentali sta diventando un problema che travalica i confini nazionali tanto da spingere l’Organizzazione mondiale della sanità (OMA) a rivolgere un invito pressante a tutti i Paesi affinché si pongano come obiettivo prioritario la riduzione del tasso di obesità nella misura di almeno il 25%, Un obiettivo che, se raggiunto, si tradurrebbe in milioni di casi di diabete in meno.

In questa direzione va anche una ricerca presentata al congresso dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), che traccia la geografia futura della malattia delineando due scenari opposti: cosa accadrà nei vari paesi se da qui al 2045 si ridurrà il tasso di obesità, fattore chiave per l’insorgenza della malattia, e cosa accadrà se invece non si farà nulla per invertire l’attuale trend di crescita della patologia.

La riduzione del tasso di obesità porterebbe ad un importante cambiamento di trend anche in Italia, con una riduzione dei casi, sia pure con una prevalenza della malattia in leggera crescita. Nel 2017, infatti, si contavano nel nostro Paese 3,7 milioni di diabetici (8,3%) ma se il tasso di obesità diminuisse del 25%, nel 2045 i diabetici sarebbero 3,5 milioni (9,1%). Al contrario, se non si agirà sul fronte dell’obesità, nel 2045 in Italia ci saranno 4,1 milioni di diabetici (10,5%).

In tutto il mondo le persone colpite dalla malattia del benessere e, aggiungiamo noi, della cattiva alimentazione, sono ben 346 milioni di cui ben 52 milioni nel solo continente europeo.

La Campania, da diversi anni vanta il triste primato dell’obesità nel Paese, con il 47% della popolazione adulta residente in sovrappeso ed il 18% con obesità conclamata. Il dato da allarmante diventa sconfortante se si fa riferimento alla popolazione in età pediatrica che fa registrare un 18% di bimbi obesi e oltre il 26% in sovrappeso.

Va da sé che l’obesità di oggi, se non si corre ai ripari, si tradurrà nei pazienti diabetici di domani con tutto il corollario delle patologie che la glicemia alta comporta: malattie cardiovascolari; nefropatie; retinopatie etc.

Un costo enorme in termini sociali, umani, ma anche a carico del Sistema sanitario nazionale chiamato a confrontarsi con problemi sempre più complessi (in primis l’invecchiamento della popolazione) e che avrà difficoltà notevolmente aumentate dall’onda d’urto di un aumento esponenziale della malattia diabetica.