Istituzioni e parti sociali insieme per frenare l’emergenza sanitaria

Istituzioni e parti sociali insieme per frenare l’emergenza sanitaria

11 Novembre 2020 0 Di Lorenzo Medici*

C’è necessità di mettersi attorno ad un tavolo per procedere, con urgenza, ad un reclutamento speciale di personale fatto in deroga anche ai vincoli finanziari e procedurali.

Appare del tutto evidente che la situazione epidemica in Campania ha superato la soglia critica. Siamo in un fase veramente delicata, dove quel senso di responsabilità istituzionale, anche il dialogo forte con le parti sociali, dovrebbe prevalere sulle individualità.
L’appello che la Cisl come Sindacato confederale fa è quello di fare squadra per assumere non siano più dettate dalla voglia di marcare il territorio con un “macismo” istituzionale che oggi non serve a nessuno. Il livello di sofferenza che oggi registriamo tra la popolazione e tra gli operatori credo che obblighi tutti a fare un passo indietro per remare tutti nella stessa direzione ed affrontare al meglio le emergenze perché non possiamo aspettare che tutto passi e si risolva da solo.
Sotto questo profilo credo che iniziative serie siano quelle di dare uno sguardo alla crisi che sta attanagliando anche gli operatori sanitari che sono stremati dai carichi di lavoro e anche dai contagi. Oramai in Campania possiamo contare circa 600 contagiati tra gli operatori, in un organico che già paga pegno per i dieci anni di commissariamento per cui mancano all’appello circa 16000 unità. Le tremila assunzioni fatte certamente non risolvono pertanto il problema della grave carenza d’organico. Per questo ci aspettiamo tutti di metterci attorno ad un tavolo evitando conflitti tra le varie istituzioni coinvolte. In particolare ci riferiamo a questa querelle continua tra la città metropolitana di Napoli e la regione Campania per assumere con grande serietà alcune iniziative concrete che puntano a migliorare le condizioni di vita delle persone. L’incertezza ed anche lo sconforto sono generalizzati noi ci aspettiamo che tutti gli interventi sulla rimodulazione dei posti letto e le eventuali riconversioni tengano conto di alcuni dati essenziali. Noi stiamo privando la città di Napoli, con le continue conversioni di ospedali di pronto soccorso in ospedali Covid, di prestazioni assistenziali essenziali. Di fatto, stiamo negando l’assistenza ordinaria, stiamo negando anche tutto quello che era l’attività di emergenza. Mi riferisco ad ospedali quali il San Giovanni Bosco, al Loreto Mare. Alle tante chiusure degli ospedali del centro storico che abbiamo fatto negli anni. Parliamo di circa 150mila 200mila accessi negati all’emergenza traumatologica, alle persone colpite dai ictus, alle urgenze cardiologiche ma anche agli interventi oncologici non urgenti che hanno aggravato la disfunzione del sistema.
C’è quindi necessità di mettersi attorno ad un tavolo per procedere, con urgenza, ad un reclutamento speciale di personale fatto in deroga anche ai vincoli finanziari e procedurali. Questo deve essere un obiettivo comune per presentarsi nell’interlocuzione col Governo centrale con un’unica posizione. È questa l’unica via perché va nella direzione di adottare provvedimenti che oggi sono necessari per assicurare la tenuta del Sistema sanitario. Anche perché la durata della pandemia non sarà breve. I vaccini anticovid sembrano sempre più vicini ma i problemi legati alla distribuzione ed alla famosa immunità di gregge da raggiungere attraverso la prassi vaccinale comportano almeno un altro anno di convivenza con il virus. Per questo aspetto noi auspichiamo interventi che guardino da un lato la tenuta sociale della popolazione campana, oggi in una situazione disperata, dall’altra che l’emergenza sanitaria non sia affrontata attraverso le vecchie logiche di “piazzare uomini” e di limitarsi a creare le condizioni affinché le carte stiano a posto, laddove, invece, la realtà organizzativa del sistema è cosa ben diversa. Bisogna dare uno stop alle file che vediamo fuori i pronto soccorso.
Questa è la linea di condotta ed è irresponsabile continuare in un personalismo anche politico-istituzionale che non aiuta le soluzioni di medio e lungo termine. Al punto in cui siamo, occorre un atto di umiltà da parte di tutti per mettersi, concretamente, al servizio dei cittadini, perché la politica nasce per questo e non a gestire il potere.

 

*Segretario generale Cisl-Fp Campania