Incurabili, arriva il progetto di restauro

Incurabili, arriva il progetto di restauro

27 Ottobre 2019 0 Di La Redazione

Rinasce il Complesso monumentale. Ciro Verdoliva: “Sarà una struttura socio-sanitaria a valenza mista ospedaliera post acuzie e territoriale e una straordinaria struttura museale e culturale”.

Ciro Verdoliva

L’intervento di riqualificazione, restauro e riadeguamento funzionale del complesso di Santa Maria del Popolo degli Incurabili si pone un duplice obiettivo: una nuova struttura socio-sanitaria a valenza mista ospedaliera post acuzie e territoriale e un’articolata e ampia struttura museale e culturale oltre che il recupero delle unità abitative storiche. Se il primo obiettivo asseconda l’originaria e secolare destinazione a nosocomio pubblico, il secondo obiettivo riprende ad una naturale vocazione dell’Ospedale degli Incurabili che di fatto è già un museo di per se stesso.

«Abbiamo messo in campo un progetto straordinario, che porterà ad un risultato mai realizzato prima in Italia e senza eguali nel resto d’Europa- spiega il direttore generale Ciro Verdoliva -. Mettendo in campo enormi professionalità, siamo riusciti a mantenere la promessa fatta all’indomani dello sgombero: fare in modo che dall’enorme dramma potesse nascere un’opportunità nuova per l’intera cittadinanza, unendo la fusione assistenziale a quella storico-culturale. Naturalmente – ribadisce Verdoliva – nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il fattivo intervento della Regione e senza il sostegno costante del Presidente Vincenzo De Luca. Ricordo ancora – conclude Verdoliva – la sera dello sgombero, la sensazione di sconfitta e il desiderio di riscatto. Quella sera ho fatto una promessa a me stesso e a tutti coloro che amano questo meraviglioso complesso museale. Oggi, grazie a tutta la squadra dell’Asl Napoli 1 Centro, mantengo quella promessa».

Il complesso monumentale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, fin dalla sua fondazione, è stato deputato ad essere luogo di ricovero, diagnosi e cura per volere della venerabile Maria Longo. Si è ritenuto di dover preservare la naturale vocazione dell’edificio conservandone, in maniera sostanziale, anche la destinazione sanitaria e rispettarne la storia nel XVI secolo l’Ospedale Incurabili accoglieva tutte quelle persone che non avevano la possibilità di ricevere cure adeguate per mancanza di mezzi e possibilità (gli incurabili). A distanza di cinque secoli il Presidio Incurabili recupera la sua vocazione, ma con una chiave di lettura moderna: accoglierà quei pazienti, che per mancanza di strutture alternative, sono oggi assistiti in setting comunque inappropriati. Per queste destinazioni funzionali sarà usata una superficie di circa 12.900 mq (il 60% della superficie complessiva). Si è scelto di realizzare all’interno degli antichi ambienti il primo esempio in Campania di una struttura socio – sanitaria a valenza mista ospedaliera post acuzie e territoriale con la creazione di un “Presidio Multidisciplinare Integrato. Un luogo di diagnosi, cura e riabilitazione destinato ad accogliere pazienti in dimissione dalle strutture nosocomiali o provenienti dal domicilio, bisognevoli di assistenza in un setting differente da quello ospedaliero. È un modello assistenziale che nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza e appropriatezza, nonché dei principi etici, si pone l’obiettivo di alleggerire l’impegno richiesto ai familiari di pazienti fragili e quindi riabilitazione, lungodegenza ed Ospedale di comunità, oggi non presenti in alcuna struttura pubblica della città di Napoli, costituiranno il nucleo di degenza della struttura. Gli Incurabili sarà anche luogo di accoglienza dei pazienti con Alzheimer e demenze, ancora oggi spesso segregati ed isolati.

 Attività di ricovero ospedaliero

 Riabilitazione: 12 posti letto di riabilitazione cardiologica, 12 posti letto di riabilitazione neurologica, 12 posti letto di riabilitazione fisica e motoria.

Lungodegenza: 20 posti letto di lungodegenza post acuzie. Si realizza per la prima volta nella Città di Napoli una struttura pubblica di lungodegenza destinata ad accogliere quei pazienti che, conclusa la fase acuta del ricovero, necessitano di un prolungamento dell’intervento assistenziale ospedaliero, presentando una situazione funzionale compromessa (solitamente pazienti anziani, generalmente non autosufficienti, affetti da patologie tali da risentire scarsamente dei trattamenti riabilitativi finalizzati alla ripresa dell’autonomia, ma che necessitano sia di assistenza che di trattamenti fisioterapici, incentrati o ad ottenere un certo miglioramento della condizione di malattia o ad impedirne il peggioramento) assicurati trattamenti sanitari di alta specializzazione medica, infermieristica e riabilitativa, con sorveglianza 24 ore su 24

Attività di ricovero territoriale

 Ospedale di comunità: 20 posti letto. L’Ospedale di Comunità è una struttura gestita da personale infermieristico, in cui l’assistenza medica è assicurata dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con il Servizio sanitario nazionale. La responsabilità igienico-organizzativa e gestionale fa capo al distretto sanitario di base che assicura anche le necessarie consulenze specialistiche. L’Ospedale di Comunità prende in carico pazienti che necessitano di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio (strutturale e familiare) e di sorveglianza infermieristica continuativa.

Come si accede? Dal domicilio su proposta del medico di famiglia titolare della scelta, dai reparti ospedalieri o direttamente dal pronto soccorso. L’assistenza sarà garantita sulle 24 ore dal personale infermieristico ed addetto all’assistenza, dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e dai medici di continuità assistenziale.  E’ previsto un modulo da 20 posti letto, presso il quale saranno ricoverati pazienti per i quali il ricovero ospedaliero o l’assistenza domiciliare risulterebbero inappropriati in termini di setting assistenziale. La struttura sarà progettata aperta ai familiari, con orari flessibili ed adeguati alle loro necessità. Un familiare o una persona di fiducia potrà restare accanto al paziente durante tutto il periodo del ricovero.

Attività semi-residenziali

 Sono previsti 20 posti letto semiresidenziali di Centro Diurno Alzheimer e Demenze con attività di riabilitazione cognitiva. Il centro diurno erogherà le prestazioni in regime di semiresidenzialità ed accoglierà i suoi ospiti durante le ore del giorno (8-10 ore di norma), e per cinque/sei giorni settimanali. Gli ambienti saranno organizzati per essere da supporto al caregiver (colui che si prende “cura” e si riferisce naturalmente a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato o disabile), supporto importante specialmente se il caregiver deve fare fronte ad impegni lavorativi o di altra natura.  Le attività di ricovero ospedaliero e quelle territoriali avranno accessi separati.

 Il Giardino terapeutico

All’interno delle aree socio sanitarie nel rispetto della tradizione dei giardini claustrali si è pensato ad una soluzione progettuale di “giardino curativo”

Riallestire le aree verdi presenti nel chiostro di Santa Maria delle Grazie e nell’Orto medico dove è presente un albero secolare di Canforo di notevole importanza botanica. Uno spazio nel quale i pazienti svolgeranno, seguiti da terapisti, attività all’aria aperta e a contatto con la natura, occupazione efficace anche per il miglioramento della funzione immunitaria, delle capacità cognitive e per sviluppare alcune caratteristiche utili alle relazioni sociali come concentrazione, ascolto e capacità di recupero emotivo.

Saranno previsti locali destinati a poliambulatorio specialistico con spazi per attività mediche ed infermieristiche, spazi per l’attesa e per il personale, servizi igienici per utenti e personale. Medicina di Laboratorio con punto prelievi: le tipologie di prestazioni che verranno eseguite nel laboratorio e la relativa dotazione strumentale individuano lo stesso quale laboratorio generale di base per lo svolgimento indagini nell’ambito della biochimica clinica e tossicologica, dell’ematologia ed emocoagulazione, dell’immunoematologia e della microbiologia con l’esclusione di metodiche che utilizzano radioisotopi. Gli esami potranno essere effettuati per pazienti ricoverati e per l’utenza esterna con la presenza di un punto prelievi. Diagnostica per Immagini. Negli ambienti destinati alle attività di diagnostica per immagini si svolgeranno indagini strumentali ai fini diagnostici e/o di indirizzo terapeutico, utilizzando sorgenti esterne di radiazioni ionizzanti e altre tecniche di formazione dell’immagine.

 Gli Incurabili come Polo museale

La superficie destinata a questo scopo è di 9.600 metri quadrati (il 40% della superficie complessiva). Nel dettaglio la futura area museale degli Incurabili sarà destinata a percorsi e spazi espositivi articolati per sezioni tematiche, laboratori museali, biblioteca con annesse sale studio e di consultazione, sale per convegni e per concerti, sale multimediali, officine (a me piace intenderla come “la fabbrica degli Incurabili”) per il restauro delle opere d’arte e per il restauro di farmacie storiche, biglietteria, bookshoop, caffetteria, ristorante, uffici amministrativi.

Gli stessi “monumenti incurabilini” accoglieranno nuove funzioni museali: la chiesa di Santa Maria del Popolo sarà anche una sala per concerti e conferenze, la farmacia storica con le adiacenti spezieria e retrospiezeria e la sovrastante “sala del governatore” saranno destinati prevalentemente a spazi espositivi del famoso “contenuto” I VASI. L’ex convento delle Convertite invece prevederà spazi per l’accoglienza con laboratori e sale per attività didattiche e divulgative. L’atrio centrale dell’Ospedale con accesso dallo scalone monumentale ospiterà l’esposizione di grandi opere pittoriche e scultoree della collezione d’arte permanente incurabulina. La Cappella dei Bianchi alla Giustizia, parte integrante del compendio degli Incurabili, di proprietà della curia vescovile di Napoli, sarà aggregato alla futura area museale come spazio espositivo temporaneo. La corte monumentale, l’orto medico ed il chiostro di S. Maria delle Grazie saranno utilizzate per eventi all’aperto e rappresenteranno tappe emblematiche per “raccontare” le storie delle architetture del complesso monumentale di Caponapoli.