Grillotentenna

Grillotentenna

26 Aprile 2019 0 Di Antonio Magliulo

Magari la mancata sostituzione del governatore non è tutta colpa del ministro della salute che non sa farsi valere. Ed allora saggezza suggerirebbe un aureo silenzio.

 Rischia di passare alla storia, si fa per dire, come il ministro-tentenna. Ed arriva seconda anche in questo caso, perché a precederla c’è stato un certo Carlo Alberto che in quanto a tentennamenti, ad onta dei secoli che passano, non teme confronti.

Dopo la prova non esaltante in merito ai vaccini, qualche timido segnale di ripresa ed ancora scivoloni vari – per tutti, la sua considerazione che la maggiore autonomia fiscale delle Regioni “non penalizzerebbe il Sud” – adesso il ministro Grillo ritorna, in maniera ossessiva, sulla necessità di sostituire il governatore campano al timone della sanità regionale.

Commissariare il commissario Vincenzo De Luca – subito, forse fra un po’, magari poi vediamo – sembra essere diventato questo il pallino dell’azione ministeriale, con la titolare del dicastero che, novella Catone, non tralascia occasione per ribadire questa “necessità”: ad ogni buon conto, De Luca deve essere sostituito.

Continuare su questa strada, dicendo che l’alleato di governo (il sottosegretario leghista, brutto, sporco e cattivo) le impedisce di essere conseguenziale, rispetto ai numerosi annunci di rimozione del governatore campano, oramai non paga più. Anzi, produce solo due risultati: il sospetto che si faccia tanto rumore per nulla, alzando una cortina fumogena per coprire non si sa bene cosa; la certezza, sempre più diffusa anche nell’opinione pubblica, di una debolezza intrinseca di questo Ministero e dell’intero Governo che ogni giorno trova modo di litigare su qualcosa (e non sono proprio argomenti di secondo piano) ma che continua a restare “unito”.

Le ultime sortite, indirizzate alla Grillo, del presidente della Campania – forte del raggiunto pareggio di bilancio e dei, a suo dire, recuperati Livelli essenziali di assistenza – risultano veementi, al limite dell’insulto: “O parli nel merito o stai zitta”. E frattanto, mentre minaccia querele per diffamazione, De Luca trova modo per liquidare come “imbecillità” le ultime esternazioni del ministro.

Ora, concludendo, o al prossimo Consiglio dei ministri, se ne ricorrono gli estremi, si procede con la rimozione (peraltro c’è una legge che rende possibile la cosa) oppure si stenda un velo pietoso di silenzio sulla triste vicenda, perché certi sterili duelli verbali sono, quelli sì, dannosi per la sanità campana. Non meno nocivi per le istituzioni che vi si lasciano invischiare.