Giuseppe Longo: il Cardarelli che immagino

Giuseppe Longo: il Cardarelli che immagino

28 Novembre 2019 0 Di Bruno Buonanno

Il direttore generale del nosocomio in un intervista, a tutto tondo, su presente e futuro della più grande Azienda ospedaliera del Mezzogiorno.

 

Giuseppe Longo

Con un pronto soccorso affollato tutti i giorni dell’anno, il Cardarelli si conferma il primo ospedale della Campania e del Sud Italia per qualità dell’assistenza. Regge benissimo il confronto con l’Ospedale del Mare che dopo oltre un anno dalla sua inaugurazione (avvenuta fra l’altro con circa dieci anni di ritardo rispetto ai crono programmi) è in periferia e funziona a scartamento ridotto.

Ma torniamo al grande Cardarelli, azienda ospedaliera realizzata nel 1927 con 21 padiglioni di cui 14 per l’assistenza sanitaria. Come ripetono gli stessi addetti ai lavori è un’azienda ospedaliera di rilievo nazionale guidata da un solo staff “strategico”, ma la complessità dell’ospedale richiederebbe solo sulla carta quasi una duplicazione degli incarichi dirigenziali.

“Siamo alla guida del Cardarelli – chiarisce Giuseppe Longo, il direttore generale – da metà agosto e siamo consapevoli che il lavoro che ci aspetta è lungo e laborioso. Il Cardarelli occupa spazi sui media più per le barelle che per il lavoro di alta qualità realizzato nell’ampia parte dell’ospedale dedicata ai ricoveri ordinari”.

Dottore Longo diamo un rapido sguardo al Dea, il padiglione di emergenza.

“Èun punto di forza del Cardarelli e la mia considerazione è confermata dall’elevato numero di accessi che in alcuni giorni raggiungono e superano quota trecento. Presto modificheremo l’organizzazione del pronto soccorso per ridurre il numero di malati costretti a lunghe attese o addirittura a stressanti ricoveri in barella. La rianimazione è la prima della Campania e non solo per posti letto. Abbiamo ottimi reparti di chirurgia, un efficiente trauma center e grazie all’impegno del primario della neuroradiologia interventistica, il dottore Mario Muto, il Cardarelli è impegnato non solo sui crolli vertebrali ma soprattutto sulla cura dei pazienti colpiti da ictus. Al momento la nostra stroke unit assiste persone che ci vengono trasferite da altri ospedali, compreso quello del Mare”.

Direttore Longo “l’altro Cardarelli”, i padiglioni di degenza ordinaria cosa fanno?

“Cose ottime. Le nostre strutture con la neuroradiologia interventistica è un’eccellenza come il trauma center diretto da Patrizio Festa; nel centro ustionati in tempi brevi si procederà anche al trapianto di pelle prodotta direttamente dal Cardarelli. Ottima è la cardiologia guidata da Ciro Mauro, rientra tra le divisioni in cui l’assistenza di un paziente è tempo dipendente: si deve intervenire con competenza e rapidità per evitare che un problema diventi fatale per il paziente. La divisione di Ciro Mauro ha per gli infarti del miocardio una casistica molto elevata. Simile (e probabilmente anche superiore) a quella del Monaldi, struttura dell’Azienda dei Colli che propone da sempre la cardiologia come un proprio fiore all’occhiello. L’oncologia è cresciuta enormemente con il professore Giacomo Cartenì. Lui è andato in pensione, ma collabora ancora con la nostra azienda e il suo lavoro viene continuato dal primario Ferdinando Riccardi”.

Si parla molto dell’ematologia, affollata quasi come il pronto soccorso.

“Abbiamo due direttori eccezionali. Felicetto Ferrara è conosciuto in Italia e all’estero per la sua competenza e per l’attenzione che dedica ai suoi pazienti. Da mesi la dottoressa Picardi lavora costantemente e con risultati eccellenti sui trapianti di midollo. Intanto con il Ministero della sanità abbiamo messo a punto un piano che ci consentirà di far funzionare le sale operatorie anche di pomeriggio perché un blocco chirurgico che funziona poco costa comunque all’azienda migliaia di euro l’ora. Sul fronte chirurgico dobbiamo lavorare a tempo pieno, come avviene in tanti centri convenzionati”.

Programma una nuova organizzazione del pronto soccorso. Il Cardarelli si fermerà qui?

“Assolutamente no. Sul piano diagnostico nel nostro ospedale c’è una grande carenza: non abbiamo la Pet. Con i colleghi della direzione strategica – spiega il direttore generale Giuseppe Longo, per anni competente dirigente dell’Arsan -abbiamo deciso di dotare il Cardarelli anche di quell’importante apparecchiatura. Lavoriamo già con il dottore Filosa sui talassemici per i quali siamo centro di riferimento regionale, la grossa novità sarà rappresentata dalla terapia genetica per quei pazienti con trapianti di midollo. Poi? Fateci lavorare e le novità non mancheranno”.