Giacomo Dani, siamo nati per muoverci

Giacomo Dani, siamo nati per muoverci

10 Aprile 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Purtroppo, nonostante le giuste proteste dei gestori delle palestre continuino all’infinito il governo Draghi, ignorando la pericolosità di metropolitane e bus sovraffollati, sembra temere fortemente la riapertura in sicurezza, di palestre, piscine e centri sportivi.

Dobbiamo nostro malgrado accettare una decisione inopportuna che mortifica soltanto gli operatori dello Sport ed i milioni di fruitori, che conoscono bene il valore terapeutico dell’attività fisica guidata e sperano, spes ultima dea, nell’intervento di una sportiva agonista di vaglia come Valentina Vezzali, cooptata nella compagine governativa in qualità di Sottosegretario di stato allo Sport.

Riaprire in assoluta sicurezza con controlli seri sarebbe la giusta soluzione, ma la strana voglia di tenere chiusi in casa tutti sembra avere la meglio.

Di aperture possibili ed auspicabili parliamo con Giacomo Dani, laureato  scienze motorie, sport e salute ed in scienze e tecniche dell’attività motorie, preventive e adattate. Professore di educazione fisica alla scuola secondaria di 1°grado (scuola Salvemini La Pira, Montemurlo). Ha maturato esperienze come vice allenatore serie A femminile (F.C. Empoli ladies), tecnico Centro Federale (Istruttore under 13, Firenze) ed allenatore C5 (scuola Convitto Nazionale Cicognini, Prato). Attualmente è vice allenatore della squadra  femminile del Calcio Napoli.

Come ha vissuto e vive Giacomo Dani la paura per la pandemia?

In un primo momento il virus non mi aveva procurato grandi preoccupazioni, con il protrarsi del tempo, invece, un po’ di paura è subentrata, ma ho comunque cercato di mantenere un equilibrio emotivo, facendo valere sempre il mio animo positivo.

Quali danni a causa della pandemia, dei lockdown e della confusa gestione politica ha subito lo Sport?

Purtroppo non si può far finta di niente, questa pandemia ha creato reali problemi su tanti fronti per non dire su tutti, e uno di questi è proprio legato allo sport. Soprattutto per quello dilettantistico messo in ginocchio dalle normative anti-covid, che oltre a colpire le società sportive ha recato gravi danni a ragazzi e bambini. Due categorie già più sedentarie comparate alle stesse del passato, e che sono finite per perdere quasi completamente i momenti che dedicavano al movimento.

La salute dipende più dalle precauzioni che dalle medicine. Jacques-Bénigne Bossuet. Quanto è importante l’attività sportiva per mantenere un buono stato di salute psicofisica?

Mi riallaccio alla domanda precedente, siamo nati per muoverci, e il miglior modo per farlo? Praticare lo sport che più ci piace, che oltre a giovare al sistema cardio-respiratorio e muscolo-tendineo, rende l’atleta e quindi la persona emotivamente più forte. Senza contare i benefici che lo sport può offrire a livello socio-relazionale, area già fortemente compromessa da questo arduo periodo.