Federico II, neuroscienze al top

Federico II, neuroscienze al top

26 Novembre 2019 0 Di Bruno Buonanno

In molte paesi del mondo utilizzano le tecniche che il professore Cappabianca e la sua squadra hanno sviluppato nella cura dei pazienti con problemi all’ipofisi.

 

Paolo Cappabianca

All’incarico di responsabile della neurochirurgia del Policlinico Federiciano ha di recente aggiunto quello di direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Riproduttive e Odontostomatologiche. Un’avventura iniziata nel gennaio scorso,ma che per tre anni impegnerà il professore Paolo Cappabianca – chirurgo e scienziato da tripla A – nella conoscenza di nuovi aspetti della vita universitaria.

“Vivevo solo per la neurochirurgia, ora sono impegnato ad affrontare e risolvere – insieme con il professore Luigi Califano, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e con l’avvocato Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II – i problemi di neurologia, neurochirurgia, oculistica, otorinolaringoiatria, audiologia, chirurgia maxillo facciale, anestesiologia, farmacologia, ginecologia, urologia, psichiatria, psicologia, odontoiatria. Impegno enorme, affascinante, che mi ha coivolto pienamente, costringendomi a imparare tante tante cose nuove”, ammette con un sorriso il professore Cappabianca.

Lo conoscono in tutto il mondo. Stati Uniti, Cina, Australia, Giappone, Sud Africa, Messico, Venezuela utilizzano le tecniche che il professore Cappabianca e la sua squadra hanno sviluppato nella cura dei pazienti con problemi all’ipofisi, ghiandola endocrina alla quale, sulla base di un lungo studio scientifico napoletano ed internazionale, si accede con un accesso dal naso”.

“Tutto è nato da un progetto <culturale>:  quando ero in prima liceo classico, all’Umberto – ricorda il neurochirurgo Cappabianca  – la docente di filosofia – la professoressa Vera Lombardi – mi conquistò con una <lezione di metodo>. L’ho fatta mia e questi principi mi hanno permesso di impostare la mia vita e il mio lavoro, attraverso circa trecento pubblicazioni scientifiche e una quarantina di libri o capitoli di libri”.

“Abbiamo messo a punto – collaborando con gli endocrinologi e in particolare con la professoressa Anna Maria Colao e con colleghi dell’anatomia di diversi Paesi – una tecnica chirurgica che da anni viene utilizzata in tutto il mondo. Abbiamo integrato questo progetto – chiarisce Cappabianca – con ricerche sui recettori molecolari, con lo studio dell’anatomia mediante nuove tecnologie e l’applicazione della matematica, al fine di studiare ogni singolo caso e di valutare preventivamente quanto siamo in grado di vedere nel corso dell’intervento e quanto siamo in grado di poter fare”.

Un lavoro iniziato negli anni settanta quando il giovane Cappabianca – baffi ed intensi occhi azzurri – era lo stretto collaboratore del professore Enrico de Divitiis, mentre l’endocrinologia era guidata dal professore Marco Minozzi, prima e Gaetano Lombardi, successivamente.

“Il colpo di fulmine arrivò a Berlino, nel luglio del ’96 – ricorda il neurochirurgo – quando con la collega Anna Maria Colao partecipammo in Germania a un congresso in tema di patologia ipofisaria: lì, un collega coreano, ignorato quasi da tutti, fece capire che si sarebbe potuta raggiungere l’ipofisi con un nuovo metodo. Oggi nel reparto del Policlinico ospitiamo regolarmente medici stranieri che vengono ad apprendere queste tecniche, ormai sviluppatesi enormemente: adesso, ad esempio, abbiamo ospiti un cinese e due argentini venuti ad imparare l’endoscopia trans nasale”.

“Nel ’96 si eseguivano da noi in un anno con la vecchia tecnica circa 15 interventi l’anno, attualmente siamo intorno ai 150. Nel 2014 abbiamo pubblicato sulla rivista leader del settore, il Journal of Neurosurgery, i risultati su una serie di oltre 100 pazienti affetti da craniofaringioma, ossia neoplasie presenti al centro del cervello, una volta non rimuovibili attraverso la via nasale. Dal 1997 – ricorda il professore Paolo Cappabianca –  con l’endoscopia trans nasale abbiamo eseguito oltre duemilacento operazioni. In Italia l’endoscopia trans nasale viene praticata in 32 centri di neurochirurgia su 37”.

Professore Cappabianca, il Policlinico e Napoli sono ancora i fari per la chirurgia dell’ipofisi e di questo bisogna ringraziare soprattutto lei e la professoressa Colao. Che futuro immagina?

“Noi siamo nel Sud del mondo, abbiamo una grande storia, ma siamo in affanno. Per questo non dobbiamo fermarci al passato: è il momento di pensare al futuro con nuovi stimoli e con un sistema vincente. Bisogna stare sempre un passo avanti e per questo è necessario un <metodo> al quale mi avvicinò, quando ero al liceo, Vera Lombardi, maestra del pensiero”.