Emergenza Covid, Aumentare l’indennità agli infermieri

Emergenza Covid, Aumentare l’indennità agli infermieri

19 Aprile 2020 0 Di Avv. Corrado Riggio

Il contratto nazionale di categoria prevede già maggiori risorse a chi lavora nei reparti di malattie infettive ma la pandemia impone di estendere questo ristoro.

 

Covid 19: agli infermieri impegnati nei reparti di malattie infettive il ccnl prevede un’ulteriore indennità pari a 5,16 giornaliera – in questo periodo emergenziale sarebbe auspicabile un aumento di tale indennità ed un contestuale allargamento degli aventi diritto. Una giornata di lavoro di un infermiere nei reparti di malattie infettive vale 5,16 Euro, oltre alla normale retribuzione, così come previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ad oggi vigente. Nei giorni scorsi, la categoria degli infermieri, per il tramite di alcune sigle sindacali, si è fatta sentire, poiché tale categoria, soprattutto in un periodo di emergenza, come quello che stiamo vivendo, ritiene di essere stata trattata in maniera non giusta da parte del Governo. Le soluzioni sono possibili, però, dovranno essere trovate nel contesto normativo vigente, altrimenti non si farà altro che peggiorare ancora di più la situazione attuale. In tale quadro, ad esempio, la richiesta di estendere a tutti gli infermieri l’indennità di malattie infettive prevista dall’articolo 86, comma 6, lettera c) del CCNL del Comparto Sanità 2016/2018, sarebbe difficile da attuare senza un disposizione di legge precisa ed inequivocabile. Questo non vuol dire, però, che nel contesto contrattuale vigente non possano essere trovate soluzioni in grado di ripristinare un minimo di giustizia salariale.

Infatti, poiché la condizione soggettiva per la percezione dell’indennità in questione è quella di operare nei servizi dedicati alle malattie infettive, è del tutto possibile che nel caso in cui le Aziende sanitarie, nell’ambito della propria autonomia organizzativa e gestionale, abbiano riorganizzato, con atti formali, i servizi e reparti ospedalieri, dedicando strutture molto più ampie o addirittura interi presidi al contrasto ed alla cura dell’epidemia, si potrebbero realizzare le condizioni per considerare legittima l’erogazione dell’indennità in questione. Infatti, così come stabilito dal CCNL del comparto sanità, l’individuazione di interi presidi o reparti è una prerogativa esclusiva delle singole Regioni in sede di confronto regionale, così come sancito dall’articolo 6 di detto CCNL.

In tale ipotesi, però, qualcuno potrebbe dire che, in un caso come questo, ci potrebbero essere problemi di capienza del Fondo ex articolo 80, ma si potrebbe rispondere che lo stesso contratto collettivo prevede, anche, la facoltà per ciascuna azienda di incrementare quel fondo con risorse provenienti dal Fondo di cui all’articolo 81 che al comma 4, lettera a), il quale consente, per l’appunto, alle Regioni di incrementare annualmente l’importo del Fondo premialità e fasce.

Queste risorse per il 2020 potrebbero essere finalizzate alla definizione di specifici progetti speciali per il contrasto dell’epidemia e, quindi, consentire di riconoscere in modo mirato, quasi personalizzato l’apporto degli operatori. In tale quadro, ciò che almeno potrebbe fare il Governo, sarebbe quello di adottare una norma che sterilizzi gli effetti dell’articolo 23, comma 2 del D. Lgs. 75/2017 che, come è noto, fissa un tetto al salario accessorio ai valori del 2016, al fine di poter favorire situazioni come quelle sopra auspicate. In questo marasma, staremo a vedere cosa sarà in grado di fare il Governo nonché le Regioni e le stesse Aziende al fine di venire incontro agli infermieri che, in questo periodo di emergenza, stanno facendo enormi sforzi, in stretta collaborazione con i medici, al fine unico di dare una mano alla Sanità pubblica.