Diabetes Update: fra linee guida e pratica clinica

Diabetes Update: fra linee guida e pratica clinica

1 Marzo 2019 0 Di La Redazione

La popolazione Senior e sui suoi bisogni sono uno dei capitoli del convegno, promosso dall’Associazione Medici Endocrinologi (Ame) che si apre oggi a Napoli all’Hotel Continetal.

Una due giorni, oggi e domani, per fare il punto sulla malattia e sulle moderne opportunità di cura offerte dalla recente introduzione su mercato di nuovi farmaci. “Il diabete tipo 2 compare soprattutto dopo i 40 anni ma l’età di insorgenza si sta abbassando per la sempre maggiore diffusione dell’obesità anche fra i più giovani – commenta Silvio Settembrini, specialista malattie metaboliche e diabetologia, Asl Napoli 1 Centro e tra gli organizzatori del convegno – l’impegno è quello di condividere i migliori interventi tra linee guida e pratica clinica per questa patologia che al Sud ha una prevalenza del 6,5% contro il 4,0% del Nord”.

“Riuscire a gestire precocemente questa malattia, idealmente nella fase di prediabete, è un primo obiettivo possibile solo controllando periodicamente la glicemia, in particolare nei soggetti sovrappeso od obesi, in chi soffre di ipertensione, chi conduce uno stile di vita sedentario o ha casi in famiglia. Un prediabete diagnosticato per tempo consente una riconversione alla normalità attraverso un appropriato regime dietetico e lo svolgimento quotidiano di attività fisica e questo rappresenta un grande successo per il paziente, per lo specialista e per il Ssn che vede svolto il suo ruolo più alto nella prevenzione e nella gestione migliore delle risorse”, sostiene Settembrini.

“Nonostante il diabete mellito tipo 2 abbia un’alta prevalenza fra i soggetti anziani, e circa il 65% dei pazienti diabetici sia ultrasessantacinquenne – chiarisce Edoardo Guastamacchia, Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi – il suo trattamento in questa popolazione rimane ancora non ben definito. È noto che la patologia diabetica accelera i meccanismi dell’aterosclerosi, dell’invecchiamento e quindi il rischio di fragilità e disabilità. È pertanto necessario fenotipizzare con accuratezza la condizione clinica del diabetico anziano fragile valutando il suo stato nutrizionale, cognitivo, socio-economico nel senso più ampio possibile. Solo una valutazione multidimensionale potrà suggerire una terapia “normoglicemizzante” in grado di evitare la complicanza acuta più temuta e cioè l’ipoglicemia, che avrebbe conseguenze catastrofiche in un paziente geriatrico. Sui Senior, i target glicemici di HbA1c da proporre possono essere meno rigorosi soprattutto nei pazienti che oltre alla malattia diabetica hanno altre patologie, deficit nutrizionali o cognitivi, disabilità per i quali è necessaria una notevole cautela nella prescrizione.

Oggi abbiamo finalmente terapie che possono favorire risultati di assoluta efficacia e sicurezza che dovrebbero essere utilizzati in sostituzione di altri, ancora erroneamente ed ampiamente utilizzati: si tratta di farmaci innovativi e sicuri con scarsi effetti collaterali ed efficaci dal punto di vista della capacità normoglicemizzante e nella protezione cardiovascolare quali, per esempio, glicosurici e GLP1-a”, conclude Guastamacchia.