Covid, i farmaci sperimentati mancano per chi li usa per altre patologie

Covid, i farmaci sperimentati mancano per chi li usa per altre patologie

3 Aprile 2020 0 Di Pina Onotri*

I farmaci idrossiclorochina e clorochina siano dispensati nelle farmacie territoriali. Si rediga un protocollo unico di attuazione della terapia per i medici.

 

Pochi giorni fa Aifa autorizzava l’uso off label dell’idrossiclorochina e della clorochina per trattamento Covid-19 anche in regime di somministrazione domiciliare. Allo stesso tempo veniva indicato nella stessa comunicazione Aifa il dosaggio dei suddetti farmaci, stabilendo che i medicinali dovranno essere dispensati dalle farmacie ospedaliere. Riteniamo questa scelta un aggravio per le farmacie ospedaliere, già oberate di lavoro e per il medico di medicina generale; allo stesso tempo, un’ulteriore difficoltà per pazienti che devono recarsi nella farmacia ospedaliera.

Va ricordato che tali farmaci sono somministrati a pazienti Covid ma anche a pazienti con altre patologie autoimmuni, i quali, come da numerose segnalazioni giunte dai medici di medicina generale, hanno difficoltà al reperimento del farmaco.

È un farmaco dispensabile solo tramite prescrizione medica, cosa già in vigore anche prima dell’emergenza Covid-19, per cui si ritiene poco utile la sua irreperibilità nelle farmacie territoriali.

Purtroppo, si deve constatare che nonostante le varie sollecitazioni, alle autorità governative la situazione è rimasta immutata. Da un lato infatti il farmaco “de quo”, essendo di fatto posto in commercio da un unico produttore, è diventato di difficile reperimento anche per coloro i quali già lo utilizzavano per altre cure; dall’altro, essendo stato tolto dalla disponibilità delle farmacie in favore degli ospedali, aumenta la necessità di ricorrere agli ospedali, anche quando non necessario, per pazienti in terapia domiciliare.

Riteniamo che, sfruttando la rete già esistente di medici di famiglia del nostro Paese, sarebbe opportuno mettere a punto un protocollo unico come presidio pre-ospedaliero, delegando ai medici di medicina generale il compito di osservare l’andamento della patologia nella fase pre-ospedaliera su pazienti trattati con il farmaco.

Tale primo presidio potrebbe avere il vantaggio di ridurre i numeri di ospedalizzazione dei pazienti, evitando al contempo l’aggravio di lavoro sugli operatori sanitari del sistema ospedaliero. Al fine di realizzare la diffusione di tale presidio pre-ospedaliero, si dovrebbe garantire l’accesso al farmaco nel modo più semplice possibile da parte dei medici di famiglia, insieme ad un semplice protocollo univoco di attuazione della terapia facilmente elaborabile, attraverso le esperienze già maturate a livello europeo e mondiale.

*Segretario generale Sindacato medici italiani