Covid-19, attività fisica in fase 2

Covid-19, attività fisica in fase 2

21 Aprile 2020 0 Di Michele Marzullo*

Avere un sistema immunitario efficiente predispone ad un minore rischio di contrarre svariate patologie tra cui le infezioni virali, ivi compreso il Coronavirus.

 

Un corpus sempre più ingente di evidenze epidemiologiche suggerisce che una attività fisica regolare predisponga ad un minore rischio di contrarre sia malattie non trasmissibili (tra cui cancro e malattie cardiovascolari, sia malattie trasmissibili comprese le infezioni virali e batteriche).

Il sistema immunitario rappresenta tutta una serie di elementi atti al mantenimento della normale omeostasi dell’organismo in seguito ad ingerenze esterne che tentano di perturbare tale omeostasi (ad esempio microrganismi come batteri o virus, sostanze chimiche, traumi meccanici). Detto in parole più semplici il nostro sistema immunitario è un bodyguard: ci protegge da chiunque voglia farci del male, compreso il Coronavirus.

Va da sé quindi che avere un sistema immunitario efficiente predisponga ad un minore rischio di contrarre svariate patologie tra cui le infezioni virali, quindi, in questo particolare periodo, è utile ribadire, anche dal Coronavirus.

Uno dei fattori che maggiormente rafforzano il nostro sistema immunitario è una regolare attività fisica, pertanto non sorprende che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e altre organizzazioni di consulenza in materia di Salute pubblica, stiano incoraggiando le persone ad iniziare o a continuare una regolare attività fisica, sempre nel rispetto delle norme vigenti in fatto di Sicurezza pubblica ovvero il movimento all’aria aperta e a distanza di sicurezza da altri atleti.

Ciò vale sia per soggetti giovani che meno giovani, ovviamente con modalità adeguate stabilite dal proprio medico curante.

Ritengo tuttavia opportuno sottolineare che l’influenza dell’esercizio fisico sul sistema immunitario dipende dalla sua intensità e durata: un eccessivo esercizio fisico, superiore alla capacità di gestione del proprio organismo, unito ad un riposo ed una alimentazione non idonee, può avere un effetto opposto, ovvero indebolirlo (e ciò che si osserva di solito, alle volte, in atleti professionisti). Al contrario, un esercito fisico di intensità e durata idonei, in associazione ad un corretto stile alimentare e un riposo idoneo, lo rinforzano.

Nel tentativo di dare indicazioni utili e non solo chiacchiere, mi sento di consigliare, sulla base delle evidenze più recenti e della mia esperienza oramai trentennale di attività clinica e sui campi sportivi, di effettuare circa 120-150 minuti settimanali di attività fisica ad intensità moderata (50-60 % circa della propria frequenza cardiaca massima calcolata secondo la formula 220-età). Se possibile, sarebbe utile dotarsi di cardio-frequenzimetro, altrimenti si può procedere ad una auto-palpazione del polso carotideo al collo o radiale al polso.

È consigliato altresì alternare vari tipi di allenamento: aerobico (attività cardiovascolari come corsa, cyclette, e – nel caso degli anziani – camminata veloce); anaerobico di potenziamento (esercizi con sovraccarico); mobilità articolare (stretching). Una corretta sinergia di queste tre sfaccettature dell’allenamento, unita ad uno stile di vita sano (alimentazione, riposo), sono il medicinale preventivo più forte che abbiamo attualmente contro il Coronavirus e non solo. Un ausilio all’immunità può essere data dal consumo giornaliero di integratori a base di vitamina C e Resveratrolo.

Ovviamente prima di intraprendere qualunque tipo di attività fisica bisogna parlarne con il proprio medico curante o con il proprio preparatore atletico. Come sovente dico, “il fai da te è pericoloso quando monti una mensola, figuriamoci quando si gioca con la propria salute”. Se sono presenti dei sintomi influenzali come febbre, tosse, palpitazioni o sensazione di fatica diverse da quelle dei giorni precedenti è bene astenersi e rivolgersi a un medico. Tale sintomatologia potrebbe nascondere una patologia virale che con lo sforzo fisico potrebbe innescare, in caso di coinvolgimento miocardico (miocardite), delle aritmie pericolose.

In sintesi, sì allo sport, ad uno stile di vita sano in generale, ma senza esagerare e senza cadere nel fanatismo a meno che non lo si faccia per lavoro ovvero si è un atleta professionista che è ben più controllato. Come in ogni cosa nella vita, anche nell’attività fisica, ci vuole moderazione.

 

*Responsabile cardiocinetica sportiva, specialista in cardiologia, cardiochirurgia, medicina delle sport e chirurgia generale delle Federico II

Hanno collaborato: Salvatore Rocco (fisioterapista Dpt riabilitazione Aorn Santobono) e Valentino Servodio (Cdl medicina)