Cosa è il Long Covid, sintomi e cure

Cosa è il Long Covid, sintomi e cure

11 Settembre 2021 0 Di Miriam Perfetto

Sull’argomento, di grandissima attualità, la lucida e chiarificatrice disanima del pediatra ed adolescentologo Carlo Alfaro.

 

Sono tanti i pazienti che dopo aver superato la malattia da Covid-19 lamentano disturbi fisici e psichici nel tempo. Facciamo il punto della situazione con il dottor Carlo Alfaro, pediatra e divulgatore scientifico.

  • Cosa è esattamente il Long Covid, dottore Alfaro?

Chiamato anche Sindrome Post Covid-19, rappresenta il complesso insieme di sintomi, sequele, esiti o postumi a lungo termine dell’infezione acuta da Sars-Cov-2. E’ caratterizzato da sintomi eterogenei, di estrema variabilità e diversamente combinati assieme da caso a caso. La sintomatologia, per rientrare nella definizione, deve manifestarsi a distanza di 4 o più settimane dalla guarigione del Covid-19. I pazienti che ne soffrono vengono definiti “long-haulers”, letteralmente “trasportatori a lungo termine”.

  • Quanto dura?

La maggior parte dei casi di Covid-19 guariscono entro 2-4 settimane, mentre si parla di Long Covid per sintomi da 1 mese fino a 1 anno dopo, come risulta da uno studio sui primi casi descritti, nella città di Wuhan (Cina centrale),uscito su Lancet: addirittura la metà dei guariti aveva ancora sintomi a 12 mesi.  

  • Qual è l’incidenza della sindrome?

Varia molto nelle diverse casistiche. Le sequele sembrano manifestarsi sia in pazienti che hanno avuto un’infezione lieve o moderata sia in coloro che sono stati ricoverati in ospedale per un’infezione grave, sebbene in questa seconda classe l’incidenza di sintomi a lungo termine sia più frequente. L’incidenza va dal 10-20% di tutti i pazienti fino all’80% di chi ha avuto una malattia grave.

  • Colpisce tutte le età?

Sì, ma in proporzioni diverse. La fascia di età più interessata è 35-49 anni, seguita da 50-69 anni e poi oltre 70 anni. Riguarda anche i bambini e adolescenti: uno studio su 129 pazienti tra 5 e 18 anni, a cura del Gemelli di Roma in collaborazione con la Federazione Italiana Medici Pediatri, ha rilevato che il 51% aveva almeno un sintomo a distanza di oltre 120 giorni dalla diagnosi e il 20,6% aveva 3 o più sintomi. Invece uno studio pubblicato su The Lancet Child & Adolescent Health e condotto dai ricercatori del King’s College di Londra sui 1.734 bambini e ragazzi sintomatici di età compresa tra 5 e 17 anni ha trovato che quasi tutti sono guariti entro 8 settimane (98,2%).

  • Quanto incide la gravità della malattia acuta sullo sviluppo del Long Covid?

La presenza di più di 5 sintomi di Covid-19 nella prima settimana di infezione è significativamente associata allo sviluppo di Long Covid, secondo una revisione della letteratura pubblicata sul Journal of the Royal Society of Medicine.

  • Effettuare una cura adeguata per il Covid può prevenire le sequele a distanza?

Sembra che l’uso di eparina sia un fattore protettivo sul riscontro di alterazioni delle prove funzionali respiratorie a distanza di 6 mesi, mentre la somministrazione di corticosteroidi non incide.

  • E i vaccini proteggono?

Sembrano protette dal Long Covid le persone vaccinate con due dosi, se contraggono ugualmente il virus.

  • Ci sono delle persone più predisposte?

Il sesso femminile, ma solo nel range 40-60 anni, e i soggetti con condizioni preesistenti come sovrappeso, malattie cardio-vascolari, patologie renali, polmonari, mentali, diabete, immunosoppressione.

  • Quali sintomi sono descritti?

Sono 203 i sintomi del Long Covid identificati in uno studio ha coinvolto 3.762 persone in 56 Paesi del mondo, pubblicato sulla rivista EClinicalMedicine e condotto dall’University College di Londra. I sintomi sono distinti in manifestazioni generali e manifestazioni organo-specifiche.

  • Quali sono le manifestazioni generali più comuni?

Innanzitutto, la fatica cronica. La fatica, chiamata “fatigue”, è più profonda della semplice stanchezza: è descritta come esaurimento di tutte le forze, perdita di energia vitale, spossatezza fisica e mentale, incapacità a svolgere qualunque compito, costante bisogno di riposo che non risulta ristoratore, intolleranza al movimento, rallentamento fisico.

  • Deve essere angosciante?

Sì, e poi possono presentarsi anche altri sintomi generali quali  malessere, febbre o febbricola, dolori diffusi, debolezza muscolare, mialgie, artralgie, formicolii, cefalea, scarso appetito, perdita di peso o massa muscolare, dolore cronico.

  • E come sintomi specifici?

I più tipici sono le alterazioni dell’olfatto, quali distorsioni dell’olfatto (parosmia) e percezione di odori inesistenti (fantosmia), o del gusto (disgeusia), che possono in alcuni casi persistere nel tempo.

  • Qual è l’organo più colpito?

Il polmone, che è anche il bersaglio maggiore della malattia acuta. I problemi polmonari possono manifestarsi come dispnea (affanno) persistente, senso di costrizione o dolore toracico, tosse cronica, ridotta funzionalità polmonare alle prove respiratorie. Nei casi più gravi si può creare fibrosi polmonare con insufficienza respiratoria cronica. Le sequele respiratorie colpiscono di più le persone che hanno avuto una polmonite o hanno avuto bisogno di ricevere ossigeno o sono state intubate.

  • Si possono avere anche problemi cardiaci?

Sì, sono descritti persistenti fenomeni di palpitazioni (tachicardia) e battito irregolare (aritmia). Si sta anche evidenziando lo sviluppo della “sindrome da tachicardia ortostatica posturale” in individui dopo infezione da Covid-19: si tratta di palpitazioni che compaiono quando ci si alza dalla posizione sdraiata.

  • Cosa accade al sistema nervoso?

Dopo il Covid-19, 1 persona su 3 può sviluppare entro 6 mesi disturbi neurologici o mentali, secondo un ampio studio su Lancet Psychiatry.  Similmente alla “encefalomielite mialgica” o “sindrome da stanchezza cronica”, la persona può presentare disfunzioni cognitive con il quadro di “nebbia mentale”, “brain fog”, caratterizzata da problemi di memoria e di concentrazione, rallentamento del pensiero, confusione e ottundimento. Altri quadri neurologici contemplano vertigini, mal di testa, disturbi del sonno, tremori, nevralgie, eccessiva sensibilità ai rumori e alla luce, allucinazioni, sindrome di Guillain-Barré. Poi ci sono quadri psichiatrici come disturbi dell’umore, ansia, depressione, disturbo post-traumatico da stress, disturbo ossessivo-compulsivo, psicosi, demenza.

  • Quali altri organi possono essere colpiti?

Praticamente tutti gli organi e apparati: la cute con iper-sudorazione, eritemi, orticaria, perdita di capelli (defluvium capitis), debolezza delle unghie, geloni; il rene con riduzione della funzione; l’apparato gastrointestinale con vomito, diarrea e dolori addominali; il fegato e il pancreas con aumento degli enzimi relativi nel sangue; la gola con dolore e disfagia; l’orecchio con dolore (otalgia), fischi e ronzii (acufeni o tinnito); l’occhio con visione offuscata; le articolazioni con dolore o gonfiore; l’apparato genito-urinario con incontinenza, irregolarità del ciclo mestruale, disfunzioni sessuali; l’apparato endocrino con tiroidite subacuta; il sangue con ipercoagulabilità che può causare ictus ischemico o tromboembolia venosa; il metabolismo con lo sviluppo di insulino-resistenza e iperglicemia fino al diabete.

  • Ma i sintomi che andamento hanno?

Possono essere costanti oppure transitori, intermittenti e fluttuanti.

  • Qual è l’impatto sulla vita del paziente?

Può essere molto negativo sulla salute fisica e mentale, sulla capacità di lavorare, sull’autonomia nelle attività quotidiane.

  • Anche i bambini e ragazzi possono avere questi problemi?

Fortunatamente tra i giovani non sono stati rilevati effetti a lungo termine sulla funzione polmonare, cardiaca e neurologica. Il sintomo più comune in un ampio studio è stato l’affaticamento, seguito da mal di testa e perdita dell’olfatto. Tuttavia, in altri studi, sono emersi negli adolescenti effetti sulla salute mentale (ansia, depressione, dolori psico-somatici come mal di testa e dolori addominali, atti di autolesionismo e tentativi di suicidio).

  • Perché si verifica il Long Covid?

Non è ancora chiara la patogenesi del Long Covid; è probabile che siano in gioco diversi meccanismi. Innanzitutto, il danno di organo: il Sars-CoV-2 penetrando nelle cellule di diversi organi dotati di recettori ACE2 (polmoni, cuore, sistema nervoso, tratto gastrointestinale, fegato, rene, pancreas, muscoli, mucose orali, organi di senso) causa alterazioni anatomo-funzionali in seguito all’infiammazione, che possono richiedere settimane o mesi per la riparazione o residuare cicatrici permanenti. Inoltre, il Covid-19 causa alterazioni coagulative con altro possibile danno dei tessuti corporei da tromboembolia, ischemia, ipossia. Poi c’è la risposta immunitaria inappropriata ed eccessiva scatenata dal Coronavirus con rilascio di citochine infiammatorie, come l’interleuchina-6, che alterano l’omeostasi dei sistemi del corpo. Si suppone anche che il virus scateni reazioni auto-immunitarie. Né vanno sottovalutate le implicazioni psicologiche che interferiscono sul funzionamento del corpo.

  • Esiste una cura?

La terapia è essenzialmente basata sul controllo dei sintomi (sintomatica) e su regole generali di vita sana (es. smettere di fumare, alimentazione corretta, buona idratazione, esercizio fisico graduale e costante). E’ necessaria talvolta la riabilitazione fisica e respiratoria. Anche la psicoterapia può servire.Contro la persistenza di alterazioni dell’olfatto, è stato pubblicato dal Clinical Olfactory Working Group (COWoG) su International Forum Allergy & Rhinology uno studio internazionale che conferma la validità di un training olfattivo basato sulla ripetuta esposizione per sedute giornaliere di 20-30 minuti a fragranze che comprendono le categorie del floreale, fruttato, speziato e resinoso, quali essenze come rosa, eucalipto, chiodo di garofano, limone, per 12 settimane.