Corte dei Conti, la sanità “fa la parte del leone”

Corte dei Conti, la sanità “fa la parte del leone”

20 Febbraio 2020 0 Di Bruno Buonanno

La Magistratura contabile ha puntato i riflettori, tra l’altro, su: le tre Asl napoletane, i Policlinici universitari, il Cardarelli, Ospedale di Caserta ed Istituto Zooprofilattico.

 

Lo stato maggiore della Procura della Corte dei Conti della Campania si accomoda al fianco del Procuratore Antonio Ciaramella affiancato da due colonnelli della Guardia di Finanza. Domani a Palazzo Salerno la magistratura contabile celebra ufficialmente l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel giorno precedente il Procuratore Capo organizza un faccia a faccia con i giornalisti, occasione per elogiare il manipolo di  colleghi che lo affiancano. “Lavoriamo in una situazione quasi emergenziale perché la Procura della Corte dei Conti ha al suo attivo sei magistrati, compreso il procuratore. Cosa che si verifica raramente nelle più piccole Procure della Repubblica. In situazioni del genere il lavoro fatto è stato portato a termine da autentici eroi”.

In tutto il 2019 per via diretta e indiretta le scrivanie della Procura sono state invase da cinquemila denunce ed esposti: anonimi, inviati da cittadini, o da indagini scaturite da notizie apprese da inchieste giornalistiche. La Procura ha aperto 1.200 procedimenti, con oltre cento inviti a dedurre per 400 amministratori. Circa 90 le citazioni con richieste per oltre 90 milioni di euro a conclusioni di indagini complesse ed accurate che hanno permesso ai giudici contabili di prendere atto di una serie di comportamenti patologici.

Un lavoro a tutto campo che ha portato a sei citazioni per cittadini che beneficiavano scorrettamente del reddito di cittadinanza. Comportamenti che, a breve, dovranno essere valutati dal giudice. Inoltre danni al Comune di Napoli per 38 milioni di euro a causa del mancato incasso di canoni relativi all’affidamento in concessione del servizio di illuminazione votiva nei cimiteri cittadini. Istruttorie e citazioni nei confronti dei dirigenti di Circoli cittadini (il Posillipo e il Tennis Napoli) che avrebbero utilizzato per altri scopi fondi destinati invece all’attività sportiva. Un manipolo di magistrati che lavora senza sosta sul problema rifiuti, sui benefici o sui danni delle varie “differenziate” e sulle strutture sanitarie pubbliche, convenzionate  e private.

Affiancato dai colonnelli della Guardia di Finanza Domenico Napolitano e Filippo D’Albore, il procuratore Antonio Ciaramella ha alla sua sinistra i vice procuratori Licia Centro e Francesco Vitiello e il sostituto Davide Vitale quando parla della sanità nella nostra Regione. “È stato fatto uno sforzo di non poco conto – avverte il Procuratore Antonio Ciaramella –  per rientrare dal commissariamento della sanità e mettere l’organizzazione assistenziale al servizio del cittadino. Ma è ancora alto il numero dei trasferimenti di pazienti in altre regioni o all’estero”. Già, ecco uno dei tanti problemi della sanità in Campania.

Francesco Vitiello – il vice procuratore che da sempre si occupa di ospedali, case di cura, centri convenzionati e riabilitazione e di tutto il mondo legato al benessere fisico – sa che nell’Asl Napoli 3 Sud per l’affidamento a soggetti privi di requisiti di legge per l’attività di servizi sanitari domiciliari sono stati provocati danni alla Regione per 23 miliardi. La Procura ha puntato la lente di ingrandimento sull’Asl Napoli 1 Centro per gli acquisti di materiali (danno per un milione e 154mila euro), sui docenti della Federico II che svolgevano attività extraistituzionale (871 mila euro) e su varie strutture Asl Napoli 2, il Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, il Policlinico Vanvitelli, il Policlinico Federico II, il Cardarelli, l’Istituto Zooprofilattico. Indagini, istruttorie, inviti a dedurre, citazioni in giudizio. Il vice procuratore Francesco Vitiello in un attimo fotografa lapidariamente la situazione della Sanità in Campania. “Siamo al lavoro per verificare eventuali anomalie registrate negli anni, diciamo negli ultimi dieci anni. Il lavoro delle singole aziende sanitarie è stato pessimo su tutto il territorio campano”.