Coronavirus, la lunga stagione della non trasparenza

Coronavirus, la lunga stagione della non trasparenza

15 Marzo 2021 0 Di Antonio Magliulo

Del divario, sempre più ampio, che si è creato fra governi e governati son pieni i più recenti trattati di sociologia che sottolineano come a questa situazione fa da corona la forbice, altrettanto ampia, che si è creata fra ricchi e poveri del pianeta. E non stiamo parlando delle nazioni che vivono la dimensione della dittatura o de finti governi democratici (la maggioranza) ma delle ex opulente democrazie occidentali.

In questo contesto, il Covid-19, è diventato vettore non solo di morte, risvegliando paure ancestrali, ma anche moltiplicatore di bugie.

Ha cominciato il Governo cinese con le reticenze sulla reale portata della diffusione e della pericolosità del virus, ha continuato il massimo organismo sanitario mondiale (l’Oms) minimizzando e proclamando con notevole, colpevole ed (inspiegabile?) ritardo, l’inizio dello stato pandemico.

E così, tra alti e bassi, tra negazionisti e “allarmisti” di professione, tra cure avviate e poi “smentite”, tra sostenitori del vaccino quale unico rimedio e no-vax, siamo scivolati verso la vaccinazione di massa, almeno per le nazioni più ricche. Anche qui, con dichiarazioni (ci vorranno almeno 18 mesi per avere un vaccino testato) e smentite, con i vaccini che sono arrivati prima dei tempi previsti grazie, si è detto, ad uno sforzo della ricerca senza precedenti. Obiettivo: l’immunità di gregge. E, che per raggiungere l’obiettivo, si debba pagare il prezzo di qualche migliaio di morti in più che si aggiungono ai milioni sterminati dal Coronavirus, poco conta. Poco conta che le persone siano state vaccinate con lotti che producono trombosi o accidenti esiziali e che la crisi pandemica abbia comportato anche la crescita esponenziale di nuove ricchezze e di nuove povertà.

In nome di non si sa bene quale ragion di Stato tutto sembra diventato lecito, passando con indifferenza sulle paure, sullo sconcerto e sulla confusione di popoli sempre più vittime di un sistema che non li rappresenta più, se mai gli ha rappresentati. Vien quasi da invocare, con il grande poeta romagnolo, “un pianto di stelle che inondi quest’atomo opaco del male”.