Al Cardarelli la quinta Festa Nazionale dell’Aitf

Al Cardarelli la quinta Festa Nazionale dell’Aitf

15 Maggio 2022 0 Di La Redazione

L’appuntamento campano si è svolto ieri nella sala Nassirya dell’Azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli.

 

 

“Eppure in pandemia. . . abbiamo avuto fegato”!

Questo è il tema del convegno odierno che da poco si concluso, svoltosi all’interno della maestosa sala Moriello  dell’AORN Antonio Cardarelli, organizzato nell’ambito della Kermesse napoletana di 3 giorni, dall’Associazione Nazionale Trapiantati di Fegato. Prima a Torino, poi Alba, Cagliari, Lecce, è toccato a Napoli. Dopo i saluti iniziali portati dal vice presidente nazionale, Leonardo Mongello (a nome del presidente Marco Borgogno che è dovuto rientrare immediatamente a Torino per urgenti motivi familiari) e dalla presidente campana, Carmela Lauri, magistralmente moderati dalla giornalista RAI Alessandra Barone, si sono alternati al microfono: il direttore del CNT (Centro Nazionale Trapianti) Dott. Massimo Cardillo, il Prof. Renato Romagnioli,  Direttore del Centro Trapianti di fegato di Torino e il Dott. Gianni Vennarecci, Direttore del centro trapianti di fegato del Cardarelli, i quali hanno enucleato nelle loro forbite relazioni, le varie dirette e specifiche esperienze professionali vissute in questi ultimi due anni in compagnia del Covid. Un particolare momento è stato dedicato ai cosiddetti “pionieri” del centro partenopeo, quali: il Dott. Antonio Ascione, il Dott. Fulvio Calise, il dott. Oreste Cuomo etc. che, in alcuni brevi interventi, coadiuvati dallo scorrere di un filmino, hanno rinverdito i vari momenti storici che nel corso degli anni hanno caratterizzato la vita del centro. Tutti i medici presenti, componenti il dipartimento dei trapianti del nosocomio napoletano, hanno avuto la possibilità di portare un loro specifico contributo. Particolare rilievo ha assunto l’intervento del Prof. Antonio Corcione, Direttore del CRT ( Centro Regionale Trapianti della Campania) il quale, nel concludere i lavori attraverso un preciso excursus sulle attività del CRT, ha voluto ringraziare pubblicamente anche il Dott. Franco Martino, dell’esecutivo nazionale Aitf, presente in sala a capo della delegazione casertana, per il constatato e instancabile contributo da egli offerto, attraverso le numerose attività che quotidianamente svolge sulla sensibilizzazione della cittadinanza alla donazione degli organi, e quale sicuro punto di riferimento per lo stesso CRT della Campania nell’ambito dell’assistenza ai pazienti. Sul merito, e chiamato in causa, il Dott. Martino ha così dichiarato: “ Il pubblico ed inaspettato riconoscimento ricevuto oggi dall’autorevole Prof. Corcione, mi spiazza e mi commuove nello stesso tempo. Lo ringrazio ovviamente, e lo prendo con vera gratitudine per estenderlo all’intera compagine casertana che, insieme a me, si sacrifica e si dona in questa nobile attività di volontariato puro da noi svolta. Che dire: è bello vedersi riconosciuto il proprio lavoro. Ma se mi è consentito – ha continuato Martino – vorrei approfittare di questa opportunità offertami per cogliere anche alcuni spunti dagli interventi a cui abbiamo assistito che reputo importanti. Voglio intanto ringraziare di vero cuore i colleghi di Napoli per il superbo sforzo che hanno posto in essere per organizzare tutto questo. Da più parti, e per ultimo anche dal Prof. Corcione, è stato fatto riferimento ad una maggiore umanizzazione nel rapporto medico/paziente. E questo è bene che se ne continui a parlare, poiché non sempre lo si riscontra, purtroppo.  Ho appreso, inoltre, che il centro trapianti di fegato di Napoli ancora non è dotato della ” Hypothermic Machine Perfusion” (HMP), ossia la macchina che consente di poter ben conservare più a lungo un organo prelevato prima di trapiantarlo. Strumento che peraltro è già da tempo in dotazione dei maggiori ospedali del nord. E questo assolutamente non va bene perché, a causa del ridotto tempo a disposizione, si rischia di rendere inservibili i già pochi organi di cui si dispone! E ancora: lo stesso reparto, da oltre due anni, non riesce ad ottenere l’assegnazione di un coordinatore-caposala. Figura assolutamente indispensabile per meglio poter gestire le numerose attività che si svolgono in un centro trapianti. Ma mi chiedo: in queste condizioni, come si potrà mai per davvero competere con il nord per eliminare i cosiddetti “viaggi della speranza???” Immagino che alcune delle criticità esistenti siano giustificate da mancanza di fondi. Se cosi è, non sarebbe il caso di cominciare a valutare la possibilità di ottimizzare le risorse, e magari pensare di accorpare tutti i centri trapianto esistenti in Campania, in un unico, moderno ed efficiente “palazzo del trapianto”, dotandolo delle più innovative tecnologie da poter mettere a disposizione dei rispettivi specialisti. Probabilmente bisognerà ritornarci più spesso su questo argomento e forse, chissà, qualcosa potrebbe venir fuori”.